Si annuncia un autunno caldo negli States, dove Gap, VF Corp., Nordstrom e Dr. Martens prevedono quasi 1.400 licenziamenti. Il mercato statunitense è ancora uno dei più ambiti della moda. A causa del rallentamento cinese, alle prese con la politica zero Covid e di quello europeo, minacciato dalla guerra. Ma se guardiamo la situazione da New York, l’export statunitense risulta difficoltoso. E poi ci sono le sfide sulla supply chain, logistica compresa, da affrontare. E con l’inflazione alcune aziende hanno deciso di tagliare il personale.
Il colpo di Gap
Gap da sola ha pianificato circa 500 licenziamenti. Vuole ridurre i costi, proteggere i margini e assorbire così le vendite deboli. Il colosso americano del retail, uno dei più grandi per fatturato, licenzierà nelle sedi di San Francisco e di New York, così come in Asia. Reuters riporta che l’azienda aveva una forza lavoro di circa 97.000 dipendenti al 29 gennaio scorso.
Quello di VF
VF Corp controlla Vans, The North Face, Timberland e Supreme. E ha deciso di tagliare 600 posti di lavoro. Di questi, la metà tra gli impiegati negli uffici, mentre 300 posti sono sottratti alle posizioni di lavoro aperte. Il gruppo conta circa 35.000 dipendenti in tutto il mondo. “Un passo necessario per allineare il nostro personale e le nostre capacità alle nostre priorità strategiche” è la posizione rilevata da Fashion Network.
Nordstrom e Dr. Martens
Nordstrom licenzierà 222 dipendenti nell’Iowa Fulfillment Center. Il centro logistico impiega attualmente 1.100 persone. Una decisione presa “per allinearci meglio con le attuali esigenze della nostra attività”, recita la nota pubblicata da Footwear News. Dr. Martens chiuderà il suo centro di distribuzione a Portland, lasciando 71 dipendenti senza lavoro. I licenziamenti sono scattati il primo settembre e termineranno il 31ottobre. (mv)
Foto d’archivio Shutterstock
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