Vivarte alletta i creditori: “Volete nostre quote?”. Germania complessa

Nonostante le cessioni e la ristrutturazione, ad ottobre Vivarte non riuscirà ad onorare i suoi impegni finanziari. Il presidente del gruppo, Patrick Puy, ha proposto ai creditori di rilevare il gruppo. Non se la cavano meglio le insegne del retail tedesco.

Programma di dismissioni
Vivarte ha avviato tempo fa la dismissione delle sue insegne di proprietà come André, Kookaï, Naf Naf, Chevignon, Pataugas, Besson, così da migliorare le sue attività economiche e finanziarie. Non è stato sufficiente. Alcuni eventi negativi, come la perdita di 30 milioni di euro di fatturato e 15 milioni di euro di margini (cifre dichiarate da Puy) riconducibili alle agitazioni dei gilet gialli o la mancata vendita dell’insegna calzaturiera Minelli, hanno impattato gli equilibri finanziari di Vivarter. Il debito lordo del gruppo ammonta oggi a 460 milioni di euro e le sue liquidità a 160 milioni.

L’ammissione di Puy
Puy ammette: “Non saremo in grado di rispettare la nostra scadenza originale per il pagamento di 300 milioni di euro ad ottobre. Di questi ne abbiamo già rimborsati 200 milioni attraverso le cessioni. È stato quindi proposto ai nostri creditori e ai nostri azionisti (fondi di debito) di attivare il “meccanismo di fiducia” (vale a dire il trasferimento della proprietà) previsto nell’accordo di rinegoziazione”. Quali sarebbero le conseguenze? “Se venisse accettato, gli attuali possessori di azioni perderanno le loro quote, per un importo totale di 460 milioni di euro – risponde il presidente di Vivarte –, mentre creditori e fondi di debito diventeranno azionisti”.

La carambola
Già nel 2014, quando fu rinegoziato il debito di Vivarte, i creditori accettarono di essere pagati con quote della società. Se il “meccanismo di fiducia” venisse accettato ancora, gli attuali creditori recupererebbero il capitale detenuto oggi da un azionariato che comprende i vecchi creditori di cinque anni fa. Questi subirebbero una perdita per un importo che non è reso pubblico. Come scrive Reuters, la transazione dovrebbe avvenire all’inizio di settembre e vedere i fondi Hayfin e Anchorage diventare i principali azionisti della compagnia. (mv)

Germania complicata
Luce in fondo al tunnel per l’insolvente Gerry Weber International, che verrà acquisita dagli investitori britannici Robus Capital Management e Whitebox Advisors attraverso una iniezione di liquidità di 49,2 milioni di euro. Fondi che verranno impiegati per la ristrutturazione del gruppo. La società mira a concludere le procedure di insolvenza aperte a fine gennaio nel tardo autunno di quest’anno. Stessa situazione per il rivenditore di moda insolvente K & L, che avrebbe ricevuto un’offerta dalla catena di abbigliamento e scarpe Schuh Schmid. I creditori sono stati avvisati e dovrebbero approvare il piano entro il 24 luglio, con il passaggio di proprietà che potrebbe avvenire da settembre. Secondo quanto riporta la stampa tedesca, i creditori incasseranno tra il 5 e il 10 per cento del loro credito. Il gruppo di vendita al dettaglio di scarpe Kienast, infine, ha perfezionato l’acquisizione della concorrente (insolvente) Schuhpark Fascies. Rimarranno in piedi 70 degli 88 negozi e 700 addetti su 900. (mv)

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