Si cercano nuovi canali per rinsaldare il rapporto tra la moda italiana e il mercato russo. Nonostante anni di sanzioni e di ostilità sul piano politico internazionale, cui si è sommata la crisi valutaria del rublo, abbiano minato le vendite di prodotti nostrani a Mosca, all’ombra della cattedrale di San Basilio la voglia di fashion tricolore è sempre tanta. La soluzione delle recenti difficoltà potrebbe arrivare dal cambiamento di una preposizione in etichetta: ai russi non va venduto solo made in Italy, ma può esser utile vendere anche made with Italy. Se ne è discusso durante la 27esima Task Force italo-russa sui distretti e le piccole imprese, svoltasi nei giorni scorsi a Firenze. Esportare verso la Russia materie prime italiane o semilavorati, da rifinire a destinazione da aziende locali, può essere una risorsa per tenere vivo l’interscambio. La strategia consentirebbe da un lato di ridurre l’impatto dei dazi sulla merce importata e dall’altro di garantire ai clienti di un importante mercato come quello russo di poter contare su prodotti e manodopera di qualità. Allo stesso tempo, però, l’Italia stessa e le sue aziende gioverebbero del “made with Italy” potendo riprendere gli scambi commerciali con l’ex Unione Sovietica. Ora il tema diventerà centrale al prossimo incontro bilaterale che si terrà fra sei mesi nella regione di Kaliningrad. (art)
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