A Mosca è arrivato l’inverno, quello vero, con temperature sotto i -25 gradi anche in pieno giorno. E i moscoviti si difendono come possono: con le pellicce. Chi ci guadagna? Il presidente della Russian Fur Union, Sergey Stolbov, ha fatto sapere che la Cina fornisce annualmente oramai il 65% dell’import russo di pellicce confezionate, per un controvalore di circa due miliardi di dollari. Stolbov ha inoltre ricordato la fase di recessione che sta vivendo la produzione di pellicce in Russia, iniziata lo scorso novembre, che si stima potrebbe portare a gennaio a un -30% rispetto a un anno fa. Dal canto suo, Cai Guiru, a capo del Greenwood International Trade Center di Mosca, il principale punto vendita di prodotti made in China in terra russa, ha ricordato che nel 2012 i capi di pelliccia confezionati in Cina hanno registrato un -27,7% nelle esportazioni, ma che allo stesso tempo l’export di tali articoli verso la Russia è cresciuto del 12%. Nonostante questo aumento, Cai ha sottolineato come i commercianti cinesi di pellicce si trovino ora spesso in difficoltà in quanto i clienti russi cercano soprattutto prodotti di qualità maggiore rispetto a quanto viene loro offerto. (ap)
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