Le regole del mercato calzaturiero russo valgono anche per la pelletteria. A OBUV, che si chiude oggi a Mosca, i buyer sono stati penalizzati dalle scarse vendite effettuate nella scorsa estate per cui approcciano agli espositori con molta cautela e si sbilanciano solo quando reputano conveniente il prezzo. “I clienti che hanno visitato la manifestazione hanno comprato poco e hanno guardato soprattutto il prezzo. Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più” commenta Eros Pennacchioni, direttore commerciale di Giudi Pelletterie, che ha nella Russia il proprio principale mercato di sbocco. Moderatamente soddisfatti dell’esito di OBUV da Laipe, nota per il brand Cromia. Tornando alla scarpa, nella battaglia dei prezzi pare ancora favorito (come ascoltammo al termine dell’edizione precedente della fiera moscovita) chi delocalizza una parte (più o meno consistente della produzione) e riesce a ridurli. “Anche in questa edizione sta accadendo questo” ci dice Eugenio Scheggia del calzaturificio Spring (marchio Mario Bruni). “Noi però dobbiamo puntare sulla qualità e sul made in Italy. Se poi qualcuno svolge all’estero la produzione e la vende a un prezzo più basso…”. Foto di repertorio tratta da obuv-expo.ru. (mv)
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