“Quando noi facciamo sistema, siamo sempre molto bravi e, soprattutto, molto forti”. Carlo Capasa, presidente di CNMI (Camera Nazionale Moda Italiana) chiude così la conferenza stampa di presentazione delle imminenti sfilate femminili di Milano, in agenda dal 22 al 28 febbraio. Una piccola sentenza che rafforza il senso della sua dichiarazione precedente, relativa alla decisione di Lineapelle di non spostare le sue date, confermandole dal 22 al 24 febbraio. “Va ringraziata Lineapelle – dice Capasa -, perché ha fatto un grande sacrificio organizzativo per esserci, mandando un grande messaggio. È molto importante che non abbia rinunciato (alle date di febbraio, ndr), come invece hanno fatto altri eventi”. Parole delle quali amplia l’orizzonte parlando del valore della pelle italiana e della sua impronta sostenibile.
CNMI presenta le sfilate
La Fashion Week femminile di Milano si svolgerà dal 22 al 28 febbraio e mette in calendario 170 appuntamenti, “anche se – ammette Capasa – altri se ne aggiungeranno”. 57 le sfilate fisiche confermate, 8 quelle digitali con un ricco cartellone di presentazioni a chiudere il cerchio. “Avremo importanti ritorni – dice Capasa -: Gucci, Bottega Veneta, Giorgio Armani con due eventi, Diesel con una sfilata-spettacolo, Trussardi, la prima volta della Ferrari”. Il tutto, nel massimo della sicurezza anti Covid e sfruttando nel modo più corretto la possibilità di accesso in Italia dei buyer stranieri, garantita dai nuovi Corridoi Verdi.
Occhio a demonizzare la pelle
La presentazione delle sfilate ha dato a Capasa l’occasione di aprire una parentesi “a tutta pelle”. Lo ha fatto, spiegando che “l’industria conciaria italiana è una nostra grande eccellenza. Un’eccellenza che produce la pelle, un materiale veramente circolare. Attenzione, quindi, a demonizzare la pelle, perché è uno scarto, un prodotto di recupero della catena alimentare”. Il messaggio è molto chiaro e diretto.
I numeri della moda italiana
Sul fronte congiunturale, Capasa spiega che “nel 2021 abbiamo recuperato i due terzi del fatturato persi nel 2020, circa 16 miliardi. Puntiamo nel 2022 a recuperare gli 8 mancanti sul 2019. E ci sembra che tutto vada in questa direzione. Molto positivo il dato dell’export, in particolare “il +50% della Cina e il quasi +32 degli USA”. Ma il dato che sta a cuore al presidente CNMI è un altro. “Vanno notati i 33,5 miliardi di saldo con l’estero. Nel 2019 erano 32,2. Come è stato possibile? Semplice: abbiamo diminuito le importazioni, è un segnale che dimostra come alcune produzioni sono tornate in Italia”. Reshoring, in pratica.
Nella foto a destra: (da sinistra) Carlo Capasa, gli Assessori milanesi Alessia Cappello (sviluppo economico) e Tommaso Sacchi (cultura), Carlo Ferro (presidente Agenzia ITA-ICE)
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