London Fashion Week è agli sgoccioli. Domani si chiude un’edizione sperimentale, aperta (in parte e per la prima volta) al pubblico pagante. Un esperimento per renderla più inclusiva e meno esclusiva. Pur nella necessità di rivedere certi equilibri, LFW, in questa nuova veste, ha avuto il merito di costruire un’idea di moda come evento culturale molto più vicino all’arte. E, mentre stasera si attende la sfilata di Burberry (disponibile in streaming dalle 17.45 ore italiane), lo sguardo va al calendario di Milano Moda Donna, stracolmo di grandi griffe, pronte da domani a salire in passerella.
La ricerca della semplicità
Nei defilé inglesi ha trionfato la semplicità, sia nelle forme che nelle tonalità cromatiche di riferimento. Dai tagli classici di Reijna Pyo ai mix and match di volumi e tessuti tipicamente maschili declinati sulla donna di Vivienne Westwood. Gioco di contrasti di colori per Victoria Beckham che ha presentato “un melting pot di riferimenti dal passato”.
E la pelle?
Che Londra ne potesse mettere poca in mostra, un po’ si sapeva. Così è stato. La pelle si è vista nella donna rock di Marques ALmeida, con anfibi e chiodo in pelle su gonne a balze. E anche in un completo da lady biker in pelle nera, bianca e rosa. Un refrain è stato il motivo a intreccio. Nelle particolari giacche “a rete” del brand Toga. Per borse e accessori per House of Hollande e A.W.A.K.E., per esempio.
E ora Milano
Per un’abbuffata di big della moda si deve aspettare domani. A Milano, infatti, la fashion week si presenta illuminata da grandi griffe (almeno due o tre al giorno). Al loro fianco marchi di medie o piccole dimensioni, designer emergenti e brand stranieri. Novità di questa edizione: la presenza di griffe cinesi che hanno scelto le passerelle milanesi come palcoscenico ideale. Il calendario: circa 110 presentazioni e 54 eventi speciali; 170 le collezioni e 57 sfilate ufficiali. Taglio del nastro, domani. Sipario: lunedì 23 settembre.
Immagine tratta da cameramoda.it