A settembre la questione dell’ultimo giorno ha suscitato più di un malumore. Giorgio Armani, che si riteneva ospite fin troppo fisso dell’ultimo slot della Milano Fashion Week, aveva ottenuto un cambio di data. La sua assenza in coda al programma, però, ha fatto perdere interesse sull’ultima data della manifestazione. Tradotto: in mancanza di un nome forte nel giorno di chiusura, pubblico e buyer hanno mollato prima. Oggi la frattura si ricompone, perché Armani per la Settimana della Moda Uomo, organizzata da Comitato Moda Nazionale dal 14 al 17 gennaio, riappare per la chiusura del palinsesto. Insieme a una nidiata di talenti emergenti del fashion system, tornano a sfilare nel capoluogo lombardo griffe del calibro di Zegna, Moschino e Marras, mentre compaiono nel programma anche Philippe Plein, Versace e Prada. Mancano i brand del gruppo Kering, Gucci e Bottega Veneta, che uniscono le sfilate uomo e donna a favore della Fashion Week femminile di febbraio. Disertano, invece, brand come Vivienne Westwood, mentre altri (come Ermanno Scervino) alla passerella preferiscono presentazioni in showroom. A proposito di calendari, grandi fibrillazioni arrivano dagli States. La Fashion Week di New York, che nell’ultimo anno si stava cucendo addosso il ruolo di appuntamento per i fautori del see now buy now, rischia di vedersi sorpassare in questo senso da Los Angeles. Ha già un certo peso la lista dei nomi che diserta la Grande Mela a favore della metropoli della West Coast. Dopo Tommy Hilfiger, Rachel Zoe e Tom Ford, infatti, anche Rebecca Minkoff, protagonista con le sfilate a Soho dell’ultima settimana newyorchese, annuncia il trasloco a Los Angeles. Un derby a stelle e strisce sul ready to buy. (rp
TRENDING