La stagione del menswear è alle porte. Il mese di giugno sarà l’occasione per capire lo stato di salute della moda maschile e, soprattutto, del fashion system delle grandi capitali internazionali. Per ora, calendari alla mano, il mondo anglosassone non sembra in gran forma e pare ancora alle prese con la sua ricerca di identità. Così, la distanza con Parigi, in particolare, ma anche con Milano, si sta allungando. Insomma, il rischio è che giugno, ormai dedicato quasi esclusivamente al menswear, non si presenti compatto come nelle intenzioni e si divida, invece, tra una prima metà debole e una seconda metà forte, in grado di attirare tutti i principali addetti ai lavori.
New York
Ad aprire le danze sarà la New York Fashion Week Men’s. I défilé sono stati anticipati da luglio a giugno (in concomitanza con le cruise collection). Il calendario, però, è piuttosto scarno: le sfilate in programma dal 3 al 5 giugno saranno meno di 20, diluite all’interno di eventi e passerelle dedicate alle resort 2020 femminili: solo pochi anni fa i brand presenti erano 90. Il problema principale è la mancanza di uno sponsor. Quasi assenti i nomi di rilievo: l’unico evento degno di nota è la cerimonia dedicata ai CFDA Awards, durante la quale Tom Ford assumerà ufficialmente il ruolo di chairman.
Londra
Dal 7 al 10 giugno sarà la volta della London Fashion Week Men’s e, anche in questo caso, non sono previsti grandi cambiamenti in un calendario che propone i soliti nomi, dall’appeal meno globale e più legati a un pubblico e a un gusto britannico.
Milano
Si passa poi in Italia, dove ormai da tempo ha acquisito importanza la cosiddetta long week dall’11 al 17 giugno. Ovvero: la liason tra Pitti Uomo Firenze (11 – 14 giugno) e Milano Moda Uomo (14 – 17 giugno). A Pitti andrà in scena la sfilata di Salvatore Ferragamo, oltre ad eventi speciali (come quello di Givenchy e di MSGM), nel capoluogo milanese, invece sono in calendario 25 sfilate e 21 presentazioni, accompagnate da 26 eventi come quelli organizzati da Prada, che sfila a Shanghai e presenta a Milano, e Gucci, con un appuntamento culturale che dura più giorni. Tornano a fare capolino in Italia Philipp Plein e Palm Angels, mentre la chiusura, come da tradizione, sarà affidata a Giorgio Armani. Il calendario torna, quindi, a essere corposo e conferma il trend tutto sommato positivo del menswear. Secondo Carlo Capasa, presidente di CNMI (Camera Nazionale della Moda Italiana), “in Italia, la moda maschile rappresenta il 39% del totale export moda. Se si considerano le sole esportazioni verso i Paesi extra-UE la moda maschile rappresenta quasi il 55% del totale dell’export di moda italiano.”
Parigi
Dal 18 al 23 giugno i riflettori si accendono su Parigi: 60 i défilé in programma, 4 in più rispetto allo scorso anno. Il tutto, nonostante la defezione di Givenchy, il cui menswear sfila a Firenze, e di Saint Laurent (che sarà di scena a Los Angeles il 6 giugno). Tra i big show: Off White, Valentino e Raf Simons il 19 giugno; Louis Vuitton, Rick Owens e Dries Van Noten il 20; il 21 Berluti, Jil Sander, Dior Homme e Balmain Homme; il 22 Hermès. Conclusione il 23 giugno con gli show di Lanvin e CELINE.
Nell’immagine: sfilata A/I 2020 di Ermenegildo Zegna all’ultima edizione di Milano Moda Uomo (foto Ermenegildo Zegna)