Siamo agli ultimi fuochi della Paris Fashion Week, che si concluderà domani con la sfilata di Chanel, Miu Miu, Louis Vuitton. E mentre le modelle calcano le ultime passerelle parigine, si delinea già un’edizione in cui le griffe hanno imposto con decisione e concretezza le proprie scelte e i propri valori. La pelle è stata più che mai riconosciuta come segno distintivo di eccellenza, utilizzata in moltissime varianti per dimostrare la maestria delle maison e la loro capacità di offrire un lusso molto ricercato, davvero difficile da imitare. Con pellami cuciti in rouches e curvature come fossero tessuto, ai pitoni lucidi e cangianti, dai morbidi camosci alle pellicce ricamate, lavorate, abbinate con contrasti patchwork. Le grandi firme si devono distinguere dal fast-fashion, prendere le distanze dalla moda accessibile a tutti, e lo fanno prediligendo materiali preziosi, resistenti, che rimangono. Molte collezioni presentate a Parigi hanno la pelle come elemento sostanziale: dalle borchie e gli abbinamenti audaci di Balmain all’eleganza contemporanea di Yves Saint Laurent, dalla donna sexy di Redemptio al fashion concettuale di Acne Studios, fino all’avanguardia rappresentata da Drome, marchio da sempre contraddistinto dall’uso originale dei pellami. E se ormai sempre più spesso la pelle va a sostituire il tessuto nell’abbigliamento, continua a fare da padrona per accessori, calzature e capispalla per molti grandi marchi: come Valentino, Cèline, Maison Margiela, Isabel Marant, Sonia Rykiel. Alla fine del mese di sfilate ci sono tre must have ormai assodati: il cappello in pelle (basco alla francese per Christian Dior), gli high-boots (in camoscio o in pelle lucida anche sopra la coscia), le minibag (Lanvin, Balmain, Dior) ennesima conferma che la moda è un segno distintivo che si legge nei dettagli. (mvg)
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