Entra nel vivo la settimana della moda di Parigi, in calendario dal 3 all’11 marzo. Dopo lo show di Dior, ieri c’è stato uno dei debutti più attesi della stagione: quello di Haider Ackermann per Tom Ford. Il designer – alla prima prova da quando è il nuovo direttore creativo – ha scelto di seguire le orme del predecessore. Puntando su una sensualità chirurgica, ragionata. E su tagli netti che non lasciano spazio ai sensazionalismi. Cambio di passo, invece, per Olivier Rousteing da Balmain, che dopo tredici anni da direttore creativo rimescola le carte, creando un nuovo vocabolario. Niente più opulenza, solo un gioco di costruzione tra volumi e materiali. L’altro debutto di giornata è stato quello di Julian Klausner per Dries Van Noten. Quella del designer era la prima collezione ufficiale, anche se è stato a lungo a fianco dello stilista belga. Un lavoro, il suo, di colori, materiali e texture.
Il rigore seduttivo di Tom Ford
Le premesse c’erano tutte. “Lui è la notte, io sono il mattino seguente” così Ackermann descrive le differenze con Tom Ford. Eppure, nel classico gioco degli opposti che si attraggono, il designer ha mantenuto la sua cifra stilistica rispettando i codici del marchio. La pelle è la protagonista assoluta dei primi pezzi che escono in passerella: nera, lucida, disegna il corpo attraverso trench e cappotti che definiscono bene la silhouette. Non manca nemmeno quel pizzico di dramma, accentuato dalla location che si ispira al mondo del clubbing. Quello di Ackermann è un lavoro minimalista, sartoriale alla vecchia maniera – preciso – anche sui completi finali, che si muovono sul filo del formale senza rinunciare al colore. Il nero, infatti, lascia spazio ai colori pastello, o a quelli più vivaci, come il rosso della giacca in pelle effetto coccodrillo.
La giravolta di Balmain
Dopo tredici anni, Rousteing deve essersi fatto una domanda: ora che si fa? E in barba a tutto il barocco delle scorse stagioni, sceglie un profilo più basso. Il direttore creativo mette da parte (per sempre?) l’opulenza degli ultimi anni per scrivere un nuovo capitolo della maison. Più mite, maturo, pensato. La collezione punta sui materiali e sul gioco dei volumi. In passerella sfilano capotti destrutturati decorati da maxi-colli, larghi maglioni abbinati a pantaloni in pelle, maxi stivali in pelle nera che arrivano al ginocchio. La firma c’è e si riconosce, come si nota una certa costruzione dei capi. È l’inizio di una nuova era?
Il mix & match di Dries Van Noten
Era il suo debutto come direttore creativo, ma Klausner lavorava già da tempo con Van Noten, e nella collezione autunno-inverno 2025-2026 si nota. I cappotti neri – che sono stati una tendenza fino a questo momento – lasciano via via spazio a blazer e giacche doppiopetto realizzate in tessuti di seta, a pois o geometrici o a vestiti in paillettes. Anche la giornata di oggi si preannuncia ricca di sfilate. In passerella toccherà a Rick Owens, Chloé e Schiaparelli.
Immagini Balmain, Van Noten, Tom Ford
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