È facile fare la vegana coi cavalli degli altri, viene da dire parafrasando una più triviale espressione. Ma con la sfilata di Parigi Stella McCartney ha dimostrato che nella pratica la dottrina animalista le interessa solo nella misura in cui le fa comodo. Alla stilista inglese il ditino sollevato della maestra giudiziosa non è mai mancato. E anche questa volta lo ha puntato contro gli altri: “Ho visto troppa pelle e troppe piume in passerella per questa stagione”, ha detto a Reuters. La figlia del più noto sir Paul non difetta neanche di moralismo: “I miei abiti non hanno ucciso niente”, ha rincarato col Guardian (sottintendendo che quelli delle altre maison grondano sangue). Eppure l’ambientazione ippica dell’ultima sfilata, dicevamo, solleva più di un dubbio su quanto sia coerente il veganismo di McCartney.
Vegana coi cavalli degli altri
Insomma, non c’è bisogno che vi presentiamo Stella MCartney, paladina della moda vegana che non impiega prodotti animali nelle sue collezioni. Vi invitiamo, però, a soffermarvi su un dettaglio: gli animali li impiega da vivi per i suoi show. E questo nell’ottica radical green non è una bella cosa. A fare da quinta teatrale del defilé del 6 marzo era il maneggio dell’École Militaire di Parigi. Mentre a intrattenere gli ospiti c’erano sette cavalli, impegnati in esercizi di vario stile mentre le modelle sfilavano sul terreno. Cavalli, oltretutto, accompagnati dall’addestratore munito (si intravede nell’immagine, da Youtube) di frustino.
Non dovrebbe andare così
Stella McCartney rivendica la passione per l’equitazione: “Viaggerei solo a cavallo, se potessi”, era il claim dello show. Qual è il problema? Che il veganismo condanna, e quindi rifugge, qualsiasi attività umana che sfrutta gli animali o ne limita la libertà. Inclusa l’equitazione, attività equiparata al circo o a agli zoo per capirci. Con l’allestimento parigino la stilista, quindi, ha messo un piede in fallo: da paladina della natura dovrebbe lasciare i cavalli liberi di esprimersi come preferiscono nel loro habitat. Non dovrebbe certo ammaestrarli a intrattenere il pubblico di una fashion week, senza possibilmente disturbare lo show (malgrado per Vanessa Friedmann del New York Times la scena la rubavano eccome). Sui social molti vegani ortodossi hanno rimproverato la McCartney di ipocrisia. E dal loro punto di vista hanno ragione. Perché questa storia dimostra una sola cosa: che è facile fare la vegana, sì, ma coi cavalli degli altri.
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