La moda italiana supererà per la prima volta i 100 miliardi di euro di fatturato nel 2023. Lo stima CNMI (Camera Nazionale della Moda Italiana) valutando una crescita del settore del 4% rispetto al 2022. Il 2022 si è chiuso con un incremento delle vendite del 18% (al di sopra del 16% stimato), raggiungendo un fatturato complessivo di 98 miliardi di euro. Sono i dati diffusi dal presidente di CNMI, Carlo Capasa (nella foto Imagoeconomica), in occasione della presentazione della Milano Fashion Week che si svolgerà dal 21 al 27 febbraio e ospiterà anche un seminario UNIC – Concerie Italiane (associazione aderente a Confindustria Moda) molto interessante e significativo.
Le sfilate, il seminario UNIC
La Milano Fashion Week che si svolgerà dal 21 al 27 febbraio avrà come nuovo Fashion Hub lo storico Palazzo Giureconsulti. In calendario 165 eventi: 54 sfilate, 5 sfilate digitali, 70 presentazioni, 7 prese su appuntamento e 29 eventi. Durante la kermesse, il 26 febbraio alle ore 15, è in programma il seminario UNIC (sempre a Palazzo Giureconsulti) dal titolo The Power of Leather. Obiettivo: sfatare tutti i falsi miti sulla pelle. Eloquente il sottotitolo: “La pelle e i suoi valori: la dimensione circolare e culturale di un materiale d’eccellenza che va oltre i luoghi comuni e abbatte l’ostilità di chi non ne accetta l’identità onesta e naturale”. Lo ha sottolineato anche Carlo Capasa: “Dobbiamo sfatare alcuni miti. Noi sappiamo che la pelle è un materiale di scarto quando ha origine alimentare e rappresenta il 3% del valore dell’animale all’origine”
I brand hanno assorbito i rincari
Sul fronte economico, Capasa ha messo in evidenza come, a fronte di un aumento del 7,1% dei prezzi industriali, l’inflazione dei prodotti moda rilevata è stata solo dell’1,5%. “Per cui l’aumento del fatturato registrato nel 2022 ha più valore” dice, alludendo al fatto che l’incremento del volume d’affari è solo in piccola parte imputabile all’aumento dei prezzi. “Ciò vuol dire che i brand hanno assorbito gli aumenti dei prezzi di energia e materie prime” ammette Capasa.
Le richieste al governo
Il presidente di CNMI ha elencato alcune proposte presentate al governo tra cui l’incentivo per favorire aggregazioni e fusioni delle piccole imprese e per creare nei distretti industriali italiani una digitalizzazione diffusa, per favorire l’accesso delle piccole imprese. “Abbiamo chiesto un welfare di 1.200 euro a carico dell’azienda per aiutare il lavoratore” conclude Capasa. (mv)
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