Ieri è stato il big day di Giorgio Armani. Lo stilista è tornato a sfilare a Tokyo, 12 anni dopo dall’ultimo défilé nella capitale giapponese, debuttando con la sua prima resort uomo e donna. La location non è stata scelta a caso: lo show è stato organizzato per celebrare la riapertura della rinnovata Ginza Tower. Con la sfilata di Armani si torna a parlare delle cruise, le sfilate dedicate alle precollezioni che, ormai, sono diventate l’occasione per i big brand di uscire dalle tradizionali capitali della moda e presentare veri e propri eventi che dimostrino, a conti fatti, non solo la loro creatività, ma anche la loro “potenza di fuoco”. Dopo Armani, la stagione delle precollezioni estive 2020, iniziata a fine aprile con Dior, vedrà in scena Gucci, il prossimo 28 maggio sotto i riflettori romani dei Musei Capitolini. Seguirà Max Mara, in programma il prossimo 3 giugno a Berlino, mentre Fendi il 31 maggio farà sfilare le collezioni A/I 2019/20, già presentate a Milano, con uno show co-ed a Shanghai per rendere omaggio a Karl Lagerfeld.
I défilé di maggio non hanno deluso le aspettative del pubblico e degli addetti ai lavori. Prima di tutto per le location scelte, la scenografia da grande evento e, non ultimo, per il grande appeal con il mondo della pelle.
Maria Grazia Chiuri ha fatto sfilare Dior nel suggestivo scenario del palazzo El Badi a Marrakech. Non solo la collezione ha giocato con le diverse atmosfere africane (il colonialismo delle divise o i ricami degli abiti richiamavano le architetture arabe), ma ha anche radunato attorno al brand un collettivo di artisti e artigiani di vari Paesi, chiamati a interpretare i codici stilistici di Dior. E la pelle è diventata dettaglio esclusivo nelle calzature e nelle cinture strette in vita.
La cruise di Prada, che ha sfilato a New York, ha dato spazio a una vena naïf, quasi infantile, con un mood che ricorda le divise scolastiche. Per l’occasione, la griffe disegnata da Miuccia Prada ha riproposto a vent’anni dal suo debutto la bowling bag, accessorio che ha contribuito alla fortuna del brand.
Da Chanel, la neodirettrice creativaVirginie Viard ha riaggiornato i codici di Lagerfeld rendendo ancora più contemporanee le bag iconiche del marchio, mentre Louis Vuitton è volato a New York facendo atterrare la sua cruise negli spazi del TWA Flight Center, ovvero il terminal dallo stile futuristico dell’aeroporto JFK, inaugurato nel 1962, disegnato da Eero Saarinen e che a breve sarà convertito in hotel. In una collezione rock e futuristica celebrativa della Big Apple, Nicolas Ghesquière non ha lesinato nell’utilizzare la pelle, protagonista nelle giacche, nelle cinture, negli stivali. E, ovviamente, nelle nuove borse: dei piccoli gioielli come quella a triangolo che ricorda la parte superiore del Chrysler Building. A chiudere il giro delle cruise andate in scena fino ad ora, quella di Alberta Ferretti allo Yacht Club de Monaco, tutta giocata sul tema della sostenibilità e che ha portato in passerella molta pelle scamosciata superleggera. (mb)
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