“Sostenibilità è una parola importante e, quindi, bisogna essere molto cauti”. Per Christian Louboutin la premessa è che l’attenzione a certi temi, per lui, non è una moda: è una pratica. Per questo a chi gli chiede fake leather, cioè tessuti sintetici, nelle collezioni, lo stilista risponde cordialmente no. “C’è bisogno di studio – è la posizione di Louboutin –. Invece, qui si rischia di fare tutti la stessa cosa, per poi dire oh diavolo, è andata male”.
A chi gli chiede fake leather
“Mi è stato chiesto da alcune persone di usare fake leather – racconta lo stilista francese a The Economist –. Ne ho studiato la produzione. La cosiddetta fake leather costa molti più soldi. Ora ci sono fabbriche che crescono togliendo spazio ad alberi e foreste”. E quindi, no, Louboutin non è interessato a lanciarsi nell’avventura così, per poter dire di averlo fatto. “Ci sono nuovi materiali contrapposti alla pelle che attualmente sono una minaccia per il pianeta – afferma –. Non sono il tipo che fa surf sulle onde della moda. Noi stiamo studiando i modi per cambiare alcune cose, ma non vogliamo tuffarci prima di avere le nostre certezze. Ci stiamo concentrando sul riciclo, ad esempio, perché lo abbiamo studiato, sappiamo come farlo e sappiamo che funziona”.
Intervista a tutto tondo
Della sua carriera, della sua idea di calzatura e di femminilità: l’intervista firmata da The Economist interroga Louboutin su molti argomenti. Inclusa l’emergenza Coronavirus: “Il problema sta appena arrivando: non posso sapere quanto durerà e che effetti avrà – commenta lo stilista –. Sicuramente può condizionare la nostra supply, perché i nostri accessori sono made in Italy, mentre le espadrillas sono made in Spain e alcuni componenti vengono dalla Cina”.
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