A proposito di sostenibilità: l’ultima tentazione di Stella

A proposito di sostenibilità: l’ultima tentazione di Stella

Stella McCartney è, come si sa, un’oltranzista dell’animal free e di una certa idea di sostenibilità. Quindi, a proposito di sostenibilità, di Stella McCartney tracciamo un profilo sul primo numero 2020 del mensile La Conceria. Lo facciamo perché durante il 2019, la stilista britannica ha alzato il livello della sua guerra alla pelle. Un materiale che, secondo lei, si caratterizza per essere quello con “il maggior impatto ambientale di tutte l’industria della moda”.

Le nuove accuse (e non solo)
Lo ha ribadito in alcune interviste, puntando il dito anche contro la chimica conciaria. Lo dimostra abbandonando le “vecchie” formule fuorvianti per descrivere i materiali di cui sono fatti i suoi prodotti. Per esempio, non usa (quasi) più “alter nappa”. Ma lancia la nuova provocazione della “skin free skin”: pelle senza pelle.

Quel cappotto che arriva dall’Ungheria
Stella McCartney, però, scivola sul cappotto indossato dalla Duchessa di Sussex, Meghan Markle, durante il Remembrance Day, lo scorso 11 novembre. A farle le pulci è stata la testata inglese Daily Mail scoprendo che quel capo arriva dall’Ungheria. Ed è prodotto da “lavoratori che guadagnano solo 2,60 sterline all’ora. Mentre il prezzo di listino del capo supera le 1.500”. A proposito di sostenibilità a 360 gradi, questa scelta non sembra davvero un granché…

Il magazine
A Stella McCartney dedichiamo la rubrica Periscopio nel numero 1 de La Conceria. Se sei già abbonato, clicca qui per accedere a tutti i contenuti.
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