Arnault (LVMH) contro i “finti green” che vogliono la decrescita

Arnault (LVMH) contro i “finti green” che vogliono la decrescita

La sostenibilità è una cosa seria. Il problema, o per lo meno l’interferenza nel dibattito pubblico, sono i “finti green” che partono alla carica sui temi legati all’impatto ambientale. Ma che, in realtà, li usano come Cavallo di Troia per attaccare il lusso e sostenere obiettivi ideologicamente molto più connotati. Bernard Arnault, CEO del gruppo LVMH, approfitta dell’intervista a Le Figaro Magazine per togliersi il sassolino (anzi il macigno) dalla scarpa. Il gruppo è stato suo malgrado protagonista dei turbolenti mesi delle proteste contro la riforma delle pensioni, quando i sindacati sono arrivati a occupare simbolicamente la sua sede parigina. Per avere idea del tenore delle rivendicazioni, si veda il cartellone dei manifestanti (foto Shutterstock, datata 16 marzo): “Arnault paga le tasse”.

Le vere intenzioni dei “finti green”

“Siamo molto attenti alla sfida climatica, tant’è che siamo tra i pochi gruppi classificati tripla A dall’organizzazione indipendente CDP – dice Arnault (nella foto a destra) a Le Figaro –. Il problema è chi utilizza la sfida climatica per giustificare una battaglia ideologica. Molti si nascondono dietro la questione del riscaldamento globale, paravento utile a sostenere la decrescita, che sarebbe drammatico per l’umanità. Sarà in virtù del progresso tecnologico che si frenerà l’aumento delle temperature, non grazie allo stop dello sviluppo economico”.

 

 

La politica contro il lusso

Il CEO di LVMH non ha incrociato i guantoni solo contro le folle anonime. Ma anche contro i leader politici in carne ed ossa, come Jean-Luc Mélenchon, fondatore e leader di La France Insoumise. Che ha detto di Arnault ricorda il giornaliste di Le Figaro: Ospitiamo nel nostro Paese la peggiore delle offese: il primo miliardario al mondo. “I toni di questo signore non mi sorprendono – risponde Arnault –. Mi ha scioccato di più quando ha detto che i prodotti francesi di alta qualità sono inutili e che si dovrebbero sopprimere i mestieri del lusso in Francia. Sa quante persone lavorano nella filiera nel nostro settore? Più di un milione. Il gruppo LVMH paga la metà delle imposte in Francia, cosa che ne fa il primo contribuente nella nostra tipologia di impresa. Rappresentiamo senza dubbio il contro-esempio troppo flagrante per l’ideologia illiberale dell’estrema sinistra, delle loro critiche permanenti”.

Minoranza rumorosa

Una certa ostilità verso l’industria, ritiene Arnault, sembra godere di popolarità solo perché i suoi sostenitori sono in grado di far circolare la propria voce. L’eco mediatica di certe posizioni, però, non è direttamente proporzionale alla condivisione presso la popolazione. “Le critiche all’economia di mercato hanno maggiore eco perché gli estremisti ora sono più rumorosi. La loro sola ossessione è aumentare le tasse, già tra le più elevate in Europa – conclude Arnault –. Dimenticano che le imprese sono la prima fonte di ricchezza del Paese. L’impressione è che il loro modello sia il Venezuela, dove regna l’estrema povertà. Ma rimangono posizioni minoritarie”.

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