Da rifiuto delle aziende di lusso ad accessori della moda etica. Dal 2017 la cooperativa Cartiera di Marzabotto (Bologna) utilizza i ritagli delle griffe e realizza articoli di pelletteria riciclando pelle e tessuto. A dare nuova vita a queste materie prime sono le mani dei migranti e richiedenti asilo intercettati dalla cooperativa Lai-Momo.
La formazione
Il primo passo è la formazione. Le cooperative accompagnano i giovani dei centri di accoglienza in un percorso che permetta loro di imparare la lingua. Dopo tre mesi li inseriscono nel laboratorio del progetto Cartiera. “I nostri laboratori non sono dotati di grande automazione e la produzione è artigianale: si insegnano le tecniche del made in Italy e dei saperi artigiani – spiega Tatiana Di Federico a bolognatoday.it – per dare la possibilità di riscoprire un un mestiere che rischia di scomparire e tramandarlo”. Inoltre Cartiera garantisce condizioni di lavoro dignitose e incentiva una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile.
Cartiera ricicla i ritagli
Gli artigiani di Cartiera realizzano i loro prodotti partendo dai materiali di scarto di precedenti lavorazioni. “La possibilità di utilizzare materiali altrimenti destinati allo smaltimento permette al modello Cartiera di ridurre l’impatto ambientale del settore moda” spiegano dalla cooperativa. Tra chi dona le materie prime vi sono anche grandi nomi del lusso come Fendi e Lamborghini, con quest’ultima pronta a mettere a disposizione il pellame avanzato dai sedili.
Conto terzi
Cartiera realizza articoli made in Italy di alta qualità anche in collaborazione con altre imprese. I suoi artigiani, guidati da un esperto pellettiere e dai modellisti provenienti dalle aziende partner, hanno realizzato intere collezioni in conto terzi per marchi importanti. Hanno ottenuto, così, notevoli riconoscimenti a livello internazionale, offrendo anche la possibilità di personalizzare i prodotti. (art)
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