C’è chi preferisce vestirsi di plastica invece di essere corretto

C’è chi preferisce vestirsi di plastica invece di essere corretto

Ce ne vuole a dire che vestirsi di plastica è meglio di usare materiali naturali. Ma è possibile se si ritiene PETA, associazione vegana con vocazione faziosa e scandalista, fonte di informazioni più attendibile delle istituzioni europee. Stella McCartney non smette di sorprenderci (in negativo): per celebrare i 15 anni del modello Falabella ha parafrasato un vecchio slogan di PETA (“meglio nudi che in pelle”) e, peggio ancora, ha usato una fake news diffamatoria verso la concia come un argomento a sostegno della propria presunta (presuntissima) superiorità morale.

Dati strumentalizzati

Nei post social che aprono le celebrazioni di Falabella (a destra da Facebook, testimonial Cara Delevingne) quelli di Stella McCartney sparano un paio di dati a caso per dare l’impressione che la propria moda oltre che “cruelty-free” sia anche “science based”. Ci fermiamo al primo: “Ogni anno l’industria della moda uccide oltre 1 miliardo di animali per la pelle”. Fonte? “PETA”, come se l’associazione fosse un’istituzione accademica. Ma si tratta di una vecchia bufala cara ai vegani, quella secondo la quale la concia è diretta committente degli allevamenti. Non è così: bovini, pecore e capre si allevano per la carne, per il latte e per la lana; i bottali raccolgono e nobilitano uno scarto altrimenti destinato alla discarica. La pelle è un “sottoprodotto” della zootecnia: non lo diciamo noi, ma istituzioni molto più affidabili, come l’Europa con il Regolamento CE 1069/2009.

 

 

Meglio vestirsi di plastica, dice Stella

Be’, la cosa che fa sorridere di più è che Stella McCartney usi queste informazioni per vendere l’idea che i suoi prodotti siano davvero ecologici perché “fully vegan”. Peccato che a ben vedere lo “shaggy deer” (cervo peloso, tradotto alla buona) che compone la borsa in cui hanno rintanato Delevingne altro non è che “poliestere riciclato”. Né più né meno che plastica. E tanti saluti alla sostenibilità.

Immagine a sinistra elaborata con Shutterstock

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