Certo Apple, Madre Natura gradirà essere sepolta da pelli grezze

Certo, Apple, Madre Natura gradirà essere sepolta da pelli grezze

I rumors erano corretti: la svolta veg di Apple è vera. La multinazionale di Cupertino ha deciso di rimuovere gli accessori in pelle (come cover per iPhone e cinturini per smartwatch) dalle proprie collezioni in un’ottica di “sostenibilità”. E, a conferma del fatto che per le multinazionali le strategie di marketing sono importanti quanto le politiche industriali, Apple ufficializza la scelta con un godibilissimo video dove il premio Oscar Octavia Spencer interpreta nientepopodimeno che una Madre Natura contenta dei nuovi orologi leather-free. Ma è fiction. Perché in una sceneggiatura più attenta alla veridicità industriale Madre Natura maledirebbe la scelleratezza di Apple, che la preferisce piena di pelli grezze a marcire in discarica.

La debolezza di una scelta

La mossa di Apple, ça va sans dire, può convincere solo chi le dinamiche industriali non le capisce. Come scrive l’esperta Inge Flowers su LinkedIn, la rimozione della pelle dalle collezioni “è un risultato facile, ma falso”. Si basa sul sottinteso (indimostrato e indimostrabile) che i materiali alternativi, per lo più plastici, abbiano un impatto ambientale inferiore. Mentre è un facile escamotage commerciale, forte del pregiudizio instillato nel pubblico negli anni da associazioni come PETA. Uno stratagemma, insomma, per coprire con una pennellata di verde gli aspetti ben più critici del modello di un’azienda come Apple. Greenwashing, cioè, per far credere al pubblico che non è un problema in termini ambientali cambiare cellulare ogni due anni, ma lo è la cover di pelle.

 

 

Il paradosso della fiction

Lo scrivevamo quando la svolta veg di Apple era ancora un rumor. Lo ribadiamo adesso. Pensare che sulla pelle gravi l’impronta ambientale della carne è un errore concettuale. La pelle grezza è uno scarto degli allevamenti che la concia nobilita in un materiale durevole. Ma la zootecnia lavora per il mercato alimentare, che su scala globale conosce domanda di carne in aumento, mentre la concia segue la domanda di pelli finite di fashion e design. Per questo la gag del video promozionale di Apple, dove il team del CEO Tim Cook riceve la visita di “Mother Earth”, è un travisamento madornale dei fatti.

Come stanno i fatti

Già oggi, la concia non usa tutta la pelle grezza che avanza dalla filiera della carne. Si calcola che nel 2020 solo negli Stati Uniti 4,8 milioni di pelli, non assorbite dall’industria conciaria, siano finite in discarica o negli inceneritori. Se tutti i marchi facessero all’unisono come Apple, non sparirebbero gli allevamenti, ma le concerie. E i 1.700 chilometri quadrati di pelli (pari alle superfici di New York, Parigi e Milano, valutazione UNIC del 2017) che ogni anno i bottali di tutto il mondo trasformano in materiale finito, retrocederebbero allo status di rifiuto. Bel regalo a Madre Natura, che si troverebbe sepolta (come nel nostro fotomontaggio) di pelli grezze.

 

 

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