“L’interesse verso la sostenibilità e la certificazione volontaria resta molto alto da parte di tutta la filiera: concerie, terzisti, manifatturieri, chimici. I risultati delle nostre attività di certificazione possono ritenersi molto soddisfacenti. Per esempio, grazie alla crescita particolare di alcuni schemi ambientali, chimici e relativi ai temi della tracciabilità e del codice di condotta”. A parlare è Sabrina Frontini, direttore di ICEC. L’Istituto di Certificazione per l’Area Pelle ha svolto la sua Assemblea Annuale, disegnando strategie e nuovi orizzonti.
Rinnovi, ingressi, nuovi membri
Prima di tutto, ICEC “ha rinnovato la presidenza – si legge in una nota -. L’istituto ha confermato alla guida del suo Consiglio Direttivo Paola Arosio, rappresentante di CNMI (Camera Nazionale Moda Italiana). La carica di vicepresidenza, invece, segna l’ingresso di Diodato De Maio, conciatore titolare di DMD Solofra. Nel ruolo di presidente del Comitato di Salvaguardia Imparzialità viene confermato Carlo Brondi, in rappresentanza di CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche)”. Invece, “dal punto di vista della community dei membri, ICEC ha accolto tra gli associati NWF (National Wildlife Federation) e l’associazione dei terzisti conciari toscani ASSA”. Si sono aggiunti anche “Cotance (la confederazione europea delle associazioni conciarie nazionali), il Distretto Veneto della Pelle e l’Università di Salerno”.
Strategie e nuovi orizzonti per ICEC
ICEC da tempo ha ampliato il proprio orizzonte operativo anche alle filiere estere (Turchia, Serbia, Spagna, Cina, Svezia, Rep. Ceca, Paesi Bassi, Francia, Germania). In questo modo, spiega Frontini, “valorizza la propria mission di rinforzare le attività commerciali e di sinergia a servizio di tutta la filiera”. Una mission perseguita “nell’interesse di brand, concerie, consumatori finali, terzisti, chimici, laboratori, produttori di tecnologie”. Ma, anche, nei confronti “delle nuove filiere introdotte dalle associazioni di categoria neoassociate. Negli ultimi anni sono stati continui gli incontri con le case moda nazionali ed europee del lusso”. Obiettivo: “Illustrare la sostenibilità del settore e le certificazioni correlate e per concordare riconoscimenti e armonizzazione dei criteri di qualifica dei fornitori”.
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