Sono oltre 30 i sottoscrittori del Leather Manifesto. C’è anche UNIC – Concerie Italiane tra i promotori del documento che chiede a COP26 di dare la priorità ai materiali naturali nella battaglia per la sostenibilità. Dal 31 ottobre al 12 novembre va in scena a Glasgow la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. È l’occasione giusta per lavorare su scala globale per l’emancipazione dai combustibili fossili e per la centralità delle fibre naturali.
Il Leather Manifesto
È proprio su questo che verte il documento. “Le fibre naturali, come pelle, cotone e lana, fanno parte del ciclo del carbonio biogenico: in quanto tali, sono costituite da carbonio già nell’atmosfera da millenni – recita il testo –. Se prodotte in maniera eticamente corretta, le materie prime naturali sono un importante sostituto dei combustibili fossili e ne riducono la necessità di estrazione”. Non solo. Giunti a fine vita, “i materiali naturali prodotti correttamente si biodegraderanno, limitando il loro impatto e mitigando le emissioni nocive. Come l’inquinamento da microplastiche, spesso dovuto ai materiali sintetici”.
COP 26 ne prenda atto
C’è un problema, obiettano i sottoscrittori del manifesto. I materiali naturali, come la pelle, sono vittima di un processo di esclusione dalla moda e dal design. Perché? Per “una mancanza di comprensione del processo di produzione e della sua catena di approvvigionamento”. Oppure, nel peggiore dei casi, per “l’applicazione di discutibili metodologie scientifiche, a causa di valutazioni del ciclo di vita (LCA) incomplete, incomparabili o obsolete”. Nello spazio liberato dall’estromissione della pelle si infilano “materiali alternativi”, spesso “sintetici”, cioè “a base di combustibili fossili”, che sfruttano questa “confusione” per statement “privi di fondamento sulla propria sostenibilità”. È proprio su questo che UNIC e gli altri sottoscrittori del manifesto, associazioni della pelle di tutto il mondo, mettono l’accento. COP26 può dare la svolta riconoscendo le caratteristiche di ecocompatibilità dei materiali naturali. Nonché lanciandoli come mezzo per mitigare in maniera diretta l’impatto climatico.
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