Cotance a gran voce: la pelle non c’entra con la deforestazione

Cotance a gran voce: la pelle non c’entra con la deforestazione

L’industria della pelle non ha nulla a che fare con la deforestazione. Lo dice nuovamente e a gran voce Cotance. La confederazione europea dei conciatori ha diffuso una nota ufficiale con la quale respinge ogni accusa rivolta al settore. E lo fa in maniera concreta e fattuale, riportando numeri incontestabili. “Il valore delle pelli sui ricavi generati dall’industria della carne è minimale” scrive Cotance. Del tutto ininfluente, quindi, rispetto alle dinamiche per le quali vengono mosse accuse agli allevatori delle aree più sensibili del pianeta.

Cotance a gran voce

“Il valore delle pelli sui ricavi generati dall’industria della carne è minimale, compreso tra lo 0 e il 2%. La sua influenza sull’allevamento e la macellazione degli animali può essere ignorata”. Così Cotance respinge ogni accusa. L’industria conciaria e tutta la filiera ad essa collegata non ha alcun rilievo sulla deforestazione che sarebbe in atto in alcune aree del pianeta. E comunque, chiarisce Cotance, “non può essere considerato un fattore trainante proprio perché genera una ricchezza residua per l’industria della carne”.

 

 

Un grave errore economico e ambientale

“Un numero sempre crescente di pelli è distrutto poiché la domanda è sempre più bassa – prosegue la nota ufficiale di Cotance -. Questa è una dinamica molto triste, che favorisce la produzione di materiali in plastica e dei rifiuti ad essa collegati. Mentre si perde una risorsa naturale, rinnovabile e preziosa. Questo è un grave errore economico e ambientale“. L’industria della pelle fonda la stragrande maggioranza della sua produzione sul recupero di un prodotto di scarto dell’industria alimentare, altrimenti destinato alla discarica. Come sottolinea Cotance, “è uno degli esempi più antichi di economia circolare”.

No alla deforestazione

Nella sua nota, Cotance “condanna la deforestazione e il degrado forestale. E utilizza tutti i suoi canali di comunicazione con l’industria della carne per veicolare i valori etici dell’industria conciaria lungo tutta la catena di valore. La mancanza di un sistema pubblico trasparente di tracciabilità dei pellami nell’Unione Europea e in molti altri mercati è un fallimento normativo”. Un fattore critico che Cotance “ha più volte denunciato. Risolvere questo problema aiuterebbe a evitare il rischio di deforestazione e per la filiera legata alla lavorazione delle pelli di essere presa in ostaggio dai calunniatori sulla stampa”.

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