CRV non ferma SICIT. La società di Arzignano ha chiuso il primo semestre con ricavi consolidati in crescita del 9,4% rispetto all’anno scorso, un risultato arrivato nonostante la chiusura temporanea di alcuni clienti e fornitori. “Siamo una realtà che ha dimostrato negli anni la propria capacità di adattamento – sottolinea il CEO Massimo Neresini –. Grazie alla disponibilità e alle competenze del proprio personale operativo, è stata in grado di reagire prontamente anche alle difficili situazioni che abbiamo vissuto in questo primo semestre”.
CRV non ferma SICIT
Durante il lockdown SICIT e la controllata SICIT Chemitech hanno continuato a operare in quanto le rispettive attività non erano tra quelle oggetto delle misure restrittive. Ma c’è chi ha chiuso, come le concerie del distretto di Vicenza che sono i principali fornitori di materie prime di input per il gruppo. Queste imprese hanno interrotto tra fine marzo e inizio maggio 2020 il conferimento dei residui della lavorazione, che hanno quindi ripreso a entrare in azienda dalla metà del mese di aprile. Per far fronte al fabbisogno di materie prime idonee a soddisfare la crescente domanda dei clienti, SICIT ha fatto ricorso a nuovi fornitori, anche esteri, e a tipologie di materie prime di input alternative presso lo stabilimento di Chiampo, anche se economicamente meno vantaggiose. Infine, la società ha incrementato la produzione di idrolizzato proteico da pelo animale presso lo stabilimento di Arzignano.
Domanda stabile, niente CIG
Nessuna cancellazione di ordini da parte dei clienti, né richieste di spostamento di consegne o difficoltà di consegna, hanno influenzato negativamente il primo semestre. Tuttavia, la chiusura temporanea di alcune fabbriche di gesso ha impattato, nel secondo trimestre, i ricavi dei ritardanti per gessi. Al contempo il calo dei volumi di materie prime ritirate dalle concerie ha avuto un impatto negativo sia sui ricavi da servizio di conferimento di tali materie prime, che sui volumi di produzione del grasso e sui relativi ricavi. Nonostante queste difficoltà, la società di Arzignano non ha fatto ricorso alla cassa integrazione e i dipendenti sono rimasti tutti pienamente operativi.
Avanti con gli investimenti
Nel primo semestre 2020 SICIT ha proseguito con i suoi investimenti come da programma. Ha puntato in particolare all’ampliamento dei laboratori agronomico, chimico e di controllo qualità presso la sede di Arzignano. Obiettivo: migliorare e potenziare l’attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, e di controllo qualitativo al fianco dei propri clienti. Ha ampliato il parco cisterne e i nuovi magazzini nella stessa sede per assicurare maggiore flessibilità ed efficacia nella risposta alla crescente domanda dei clienti. Inoltre, ha completato l’impianto per la produzione di idrolizzato proteico dal trattamento del pelo animale. Infine, ha avviato l’investimento per il nuovo impianto di raffinazione e ri-esterificazione del grasso animale al fine di ottenere un biofuel di elevata qualità.
Il commento
“Durante la pandemia abbiamo continuato le nostre attività produttive e distributive, nel pieno rispetto delle normative, ponendoci quale punto di riferimento per dipendenti e partner – commenta Neresini -. SICIT, infatti, è una realtà che ha dimostrato negli anni la propria capacità di adattamento. Grazie alla disponibilità e alle competenze del proprio personale operativo, è stata in grado di reagire prontamente anche alle difficili situazioni che abbiamo vissuto in questo primo semestre. I nostri prodotti e servizi rimangono fondamentali per la crescita e lo sviluppo sia del tessuto industriale locale, che dei mercati globali nei quali vendiamo i nostri prodotti, in particolare i biostimolanti destinati all’agricoltura. Guardiamo perciò con fiducia verso il futuro, pur nella maggiore incertezza che il COVID-19 ha portato con sé”. (art)
Leggi anche: