Misteri della rassegna stampa, misteri dell’entusiasmo umano. A chi non basta che se ne faccia già un tessuto per l’alta moda, sarà ora lieto di sapere che con i frutti del micelio si prepara anche “un alimento alternativo”. Perché ne parliamo nei termini del mistero? Perché a leggere gli entusiasti, viene da pensare che l’apparato vegetativo dei funghi (il micelio, appunto) faccia miracoli. Chi lo usa al posto della pelle per farne accessori di lusso, pretende per questo di aver realizzato “la collezione più green di sempre”. In maniera a dir poco assertiva e indulgente, dal momento che chi si occupa di CSR (lo abbiamo visto in Bocconi) usa di solito argomenti più prudenti a proposito di misurazioni. Mentre, malgrado le enormi difficoltà del mercato delle simil-carni, ora c’è chi è sicuro di aver risolto tutti i problemi con il micelio.
Consigli di lettura:
- Non volevamo rovinarvi subito la sorpresa. Ma indovinate chi, per aver usato il materiale generato dall’apparato vegetativo dei funghi, si autodefinisce urbi et orbi la più green di sempre? Certo, lei: la paladina vegana, Stella McCartney;
- Dal momento che del micelio, a quanto pare, non si butta niente, quanto non si usa per farne un tessuto diverrà un piatto vegan-friendly. Secondo la stampa di settore, il principale cruccio degli startupper è di tipo normativo. Trattandosi (in un certo qual modo) di funghi, sperano di non aver bisogno delle autorizzazioni che l’UE impone ai “nuovi cibi”;
- La cosa sorprendente, se vogliamo, è che l’iniziativa arriva quando, dopo lustri di investimenti, c’è chi non ha remore a definire “le alternative vegetali alla carne il più grande fallimento dell’industria del food”.
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