“Siamo disposti al dialogo, ma critici rispetto a questa decisione”. Bernardo Finco, presidente della sezione Concia di Confindustria Vicenza, non nasconde le proprie perplessità di fronte all’incremento delle tariffe per gli utenti industriali approvato dall’assemblea del depuratore Acque del Chiampo di Arzignano (Vicenza). I vertici della società che gestisce l’impianto, come abbiamo riportato ieri, hanno infatti stabilito che a partire da marzo 2018 scatteranno i rincari modulati per le 131 aziende che fanno riferimento al depuratore della Valchiampo: +2% per tutti a cui si aggiungerà una parte variabile compresa fra lo 0,4% e il 7,4% in base alla quantità e qualità del refluo prodotto. “Non ci hanno dato il tempo di analizzare la questione – dice Finco – e in una settimana l’hanno fatta diventare da teorica a pratica”. Un “atteggiamento draconiano”, secondo Finco, che evidenzia poi come “con un bilancio presentato l’anno scorso e che vede 4 milioni di utile, non vediamo la necessità di pescare proprio dalle tasche dei conciatori per fare investimenti”. La prima proposta avanzata dalla società prevedeva un incremento lineare delle tariffe per gli utenti industriali pari al 6%, successivamente sceso al 5%. Secondo Acque del Chiampo, gli aumenti modulari dovrebbero invece contenere il conferimento di reflui al depuratore. Una strada che le concerie del distretto veneto hanno imboccato già da tempo avviando numerosi progetti virtuosi per la riduzione dei residui da lavorazione conciaria e per il loro riciclaggio che ne consenta la reintroduzione in ambiente sotto diverse forme, come ad esempio concimi.
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