L’innovazione al servizio della sostenibilità per impianti di depurazione sempre più green. È l’anima del progetto europeo LESSWATT, sperimentato presso l’impianto Cuoiodepur di Ponte a Egola (San Miniato, Pisa), presentato a Ecomondo 2020. In altre parole, la fiera (online) di Rimini dedicata a “economia circolare, tecnologie green ed energie rinnovabili”.
Il drone
I relatori hanno illustrato il progetto incentrato sullo sviluppo di uno strumento innovativo per valutare e minimizzare i contributi diretti e indiretti della carbon footprint prodotta dalle vasche di ossidazione. Lo strumento realizzato è un drone (LESSDRONE, nella foto) capace di monitorare l’efficienza di trasferimento dell’ossigeno. Obiettivo: minimizzare le emissioni di gas serra degli impianti e il loro consumo energetico.
Il progetto
Il progetto LESSWATT è stato promosso da Cuoiodepur insieme a UNIFI – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA), UGENT – Dipartimento di Modellazione matematica, statistica e bioinformatica (BIOMATH), West System e Utilitas Pro Acqua-Energia-Ambiente.
Il test Cuoiodepur
“Cuoiodepur è stato il primo terreno di prova per l’esperimento – spiega Francesco Spennati, ingegnere dell’impianto toscano (nel riquadro) -. Cioè il sito di test che ha messo a punto il prototipo”. Ci sono state 6 campagne di misurazione con il drone a Cuoiodepur che hanno permesso di approntare le necessarie migliorie tecniche allo strumento e ottenere una caratterizzazione completa dell’impianto. Ora il drone è ottimizzato e pronto per essere testato in altri 5 impianti di depurazione europei, di cui 3 italiani (San Colombano in Toscana, Sestri Ponente in Liguria e Roma est nel Lazio).
Depurazione sempre più green
“Grazie al progetto LESSWATT è stato ottimizzato il trasferimento dell’ossigeno minimizzando i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti”. Questi i risultati di 2 anni di prove (iniziate a gennaio del 2019) fatte a Cuoiodepur. Il progetto proseguirà fino a fine 2021/inizio 2022.
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