Fashion Pact, Marenzi sicuro: “Italia avanti sulla sostenibilità”

Il G7 di Biarritz (Francia)

È toccato a FrançoisHenri Pinault, in chiusura del G7 di Biarritz, spiegare ai leader delle prime economie globali gli obiettivi del Fashion Pact. Il CEO e presidente del gruppo Kering, d’altronde, è il principale promotore dell’accordo, sostenuto dall’Eliseo e già sottoscritto da 32 protagonisti della filiera globale della moda. Ci sono tante griffe italiane tra quelle che si impegnano negli obiettivi di sostenibilità del Fashion Pact: non solo quelle come Gucci e Brioni, cioè le controllate da Kering, ma anche marchi come Prada, Ermenegildo Zegna, Giorgio Armani e Salvatore Ferragamo. E, d’altronde, proprio il made in Italy è alfiere della sostenibilità: è “un accordo che sentivamo nell’aria e che ci conforta come filiera italiana – commenta con il Sole 24 Ore Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda –, perché i principi del Fashion Pact, nell’agire quotidiano, le nostre aziende li seguono da molti anni”.

Il vantaggio sostenibile dell’Italia
Le direttrici del Fashion Pact, la tutela dell’ambiente e degli oceani tramite best practice sostenibili nei processi e nei prodotti lungo tutta la filiera, sono le stesse che la moda del Belpaese persegue da lustri: lo dimostrano i fatti. “Gucci, maison principale di Kering, ha sede, produzione, logistica e uffici stile in Italia – continua Marenzi –. Non è un caso: le nostre filiere, dal tessile alla concia, passando per gli occhiali e le calzature, sono da anni tracciabili e trasparenti. Se la produzione globale può e vuole diventare ancora più attenta all’ambiente, perché così chiedono anche i consumatori e i lavoratori, l’Italia è il posto migliore per farlo”.

La stoccata
Il numero uno di Confindustria Moda trova anche il tempo per una stoccata alla rappresentanza politica nostrana. Proprio perché il made in Italy ha un tale vantaggio concreto, fa un certo effetto vedere come oltralpe il presidente Emmanuel Macron abbia in pochi mesi preso a cuore il tema fino a portarlo al G7: “Spiace constatare la differenza tra l’impegno a parole e nei fatti del presidente francese e quello dei politici italiani – conclude Marenzi –. Le imprese hanno l’impressione di vivere in un mondo parallelo rispetto alla politica. Inascoltate, quasi dimenticate. Eppure, siamo il motore dell’Italia e cerchiamo di correre rispettando tutti, persone e ambiente”.

Foto dall’account Facebook del G7 di Biarritz

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