Traguardi e nuovi obiettivi green del colosso francese del lusso. LVMH ha fatto il punto sui progressi ecologici finora raggiunti e ha lanciato un nuovo programma per l’abbattimento dell’impatto ambientale focalizzato sui fornitori. Bernard e Antoine Arnault hanno presentato il piano di azioni del gruppo nell’evento speciale dal titolo “Life 360 Summit”, organizzato presso la sede parigina dell’UNESCO il 14 dicembre 2023 (in foto). L’occasione è servita per sottolineare la volontà del gruppo di concentrarsi sempre di più sull’impatto causato a monte e a valle della filiera. Il nuovo programma, tra i vari punti illustrati, prevede anche una partnership con Chanel e potenzialmente altri gruppi con i quali LVMH condivide i fornitori, al fine di lavorare insieme per semplificare gli audit.
Gli obiettivi green di LVMH
LVMH ha posto grande attenzione sulla supply chain. Per questo ha definito “Life 360 Business Partners” (questo il nome del nuovo piano) come “la nuova bussola del gruppo per supportare i propri fornitori, in particolare nei settori delle materie prime e dei trasporti – ha spiegato la holding in una nota ufficiale –. Così ridurremo con loro non solo le emissioni Scope 3, che rappresentano il 95% dell’impronta di carbonio del gruppo, ma anche l’impatto sull’acqua e sulla biodiversità”. A partire dal 2024 LVMH organizzerà giornate speciali per ascoltare le esigenze e le aspettative dei fornitori in termini di ambizioni ambientali. Creerà allo scopo un portale per condividere soluzioni, competenze, monitoraggio normativo, conoscenze e programmi di formazione ambientale.
Aiuti finanziari e di co-investimento
“Cercheremo di aiutare i nostri fornitori e i nostri partner a essere più attivi su questo argomento, formandoli e investendo con loro nella loro transizione”, ha dichiarato Antoine Arnault, riconoscendo che spesso le aziende fornitrici affrontano grandi sfide finanziarie per rinnovare le proprie attività. Il nuovo programma di partnership includerà infatti sostegno finanziario e co-investimento, nonché formazione e altre iniziative “per coinvolgere i fornitori come partner, nella speranza di rendere eventuali modifiche obbligatorie positive anziché penalizzanti”, ha spiegato il manager.
La collaborazione con Chanel
Un modo per ottimizzare le performance dei fornitori passerà attraverso l’alleanza con altri gruppi del lusso. Con loro LVMH vuole collaborare per definire best practies e standard condivisi per i propri fornitori. Primi tra questi, LVMH collaborerà con Chanel, con cui condivide “la stessa visione del lusso”, come affermato da Antoine Arnault. Lavorare insieme è vista come una necessità “per muoversi più velocemente”. Consapevoli dei vincoli normativi e antitrust, i gruppi si coordineranno il più possibile su aspetti come l’approvvigionamento e il controllo dei fornitori. Anche se l’accordo è agli inizi, hanno diverse idee sul tavolo. “Queste sono sfide collettive poiché tutti i marchi di lusso vengono forniti con pelle, cotone, seta e cashmere – ha commentato Bruno Pavlovsky, presidente di Chanel -. Solo alleanze definite ci permetteranno di aiutare la trasformazione a monte. Le aziende e i marchi continueranno a lavorare all’interno dei propri ecosistemi creativi”.
Semplificazione degli audit
I due gruppi sperano di creare un sistema di audit collettivo in modo che i fornitori non debbano ripetere il proprio lavoro più volte. Questa partnership coinvolge in pieno la filiera della pelle. L’obiettivo annunciato è appunto quello di semplificare gli audit e armonizzare il reporting sulla responsabilità aziendale e sociale, oltre a ridurre l’impatto Scope 3. Nel suo comunicato ufficiale LVMH annuncia questa iniziativa come “Stronger Together”, un modo quindi di unire le forze (anche con i competitor) per il raggiungimento di un abbattimento ulteriore delle emissioni. (mvg)
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