Una decisione obbligata. A fronte del crescente malcontento verso l’Higg Index, chi l’ha creato (SAC – Sustainable Apparel Coalition), insieme a due dei suoi marchi aderenti, H&M e Norrøna, ha annunciato che lo metterà in stand by. Perché? Semplice. SAC ammette che ha bisogno di una revisione basata su “dati affidabili e credibili”. Non solo. Sarà necessaria anche la sua accurata verifica svolta da terze parti. Diciamola tutta: lo tsunami di polemiche nei sui confronti ha messo Higg Index al tappeto e la decisione di SAC suona come una evidente ammissione di colpa.
Higg Index al tappeto
SAC, dunque, ha detto “stop”, almeno per ora, all’uso dell’Higg Index, accusato in modo sempre più sostenuto e trasversale di essere uno strumento autoreferenziale di valutazione della sostenibilità di un prodotto e delle sue componenti. Difficile negarlo, del resto, visto che a SAC aderiscono aziende del calibro, per esempio, di Amazon, H&M, Inditex, Kering, Mango, Nike, Puma. L’industria internazionale della concia ne ha chiesto la sua sospensione fin dall’ottobre 2020. Quella della pelle non è rimasta una voce isolata e ha contribuito a mettere Higg Index al tappeto.
Tsunami di polemiche
I malumori sono cresciuti fino alle ultime, convulse settimane. Il 12 giugno 2022 The New York Times l’ha (giornalisticamente) stroncato. Pochi giorni dopo l’autorità norvegese dei consumatori (NCA – Norwegian Competition Authority) l’ha bannato. E per chiudere in bellezza, anche la Natural Fibers Alliance ne ha chiesto la sospensione. Un fronte che, probabilmente, ha spaventato SAC e i suoi membri. Così, WWD arriva a chiedersi se “potrebbero esserci rischi di reputazione per i marchi che hanno aderito a un programma vacillante lanciato per combattere il greenwashing”.
SAC ammette e sospende
“Abbiamo deciso di sospendere il programma di trasparenza rivolto ai consumatori a livello globale”. E “stiamo lavorando con NCA e con altre agenzie per i consumatori e le autorità di regolamentazione per capire come comprovare le dichiarazioni a livello di prodotto con dati affidabili e credibili“, si legge nella dichiarazione di SAC. L’ultima verifica di terze parti, del resto, risale al 2016. La decisione di sottoporre l’Indice a un altro controllo è stata accelerata “alla luce della notifica dell’NCA“. L’audit potrebbe anche essere un’opportunità per tutte le parti interessate di discutere i punteggi assegnati ai materiali.
Collaboriamo
“Il cambiamento non avverrà senza collaborazione. Stiamo sfruttando questa opportunità per incoraggiare altre voci del settore e le parti interessate a mettersi in contatto con idee, modifiche o suggerimenti su come potremmo lavorare insieme per accelerare la trasformazione” assicura SAC. Staremo a vedere. (mv)
Leggi anche: