È un endorsement importante quello di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy. Perché sul divieto di distruzione dell’invenduto si è fin qui avanzato a macchia di leopardo. Alcuni Paesi hanno già legiferato a proposito, come la Francia con la sua legge “anti-gaspillage”. Al contempo alcuni marchi, come Burberry, hanno anticipato i parlamenti, con policies interne. Ora l’Esecutivo italiano dice di volersi intestare in sede europea la causa per inserire il divieto di distruzione dell’invenduto nel Regolamento comunitario per l’Ecodesign.
L’asse con la Francia
Il ministro Urso (nella foto Imagoeconomica) ne ha parlato nell’ambito dell’incontro sulla moda “Sostenibilità e innovazione: nuove sfide e opportunità per il settore”. Ospitato dall’ambasciata di Francia in Italia, a organizzare il meeting è stata Sopra Steria, multinazionale francese con sei sedi in Italia. La prospettiva della fashion industry nostrana rimane legata a quella cisalpina, riconosce il titolare del dicastero per il made in Italy. “Ciascun Paese ha le sue peculiarità e i suoi punti di forza – sono le sue parole riprese dal Sole 24 Ore –. È una catena di valore che ci fa più forti nella competizione globale consegnandoci una leadership indiscussa”. L’asse Roma-Parigi, promette Urso, si farà sentire a Bruxelles per il Regolamento europeo sull’Ecodisegn: “Soprattutto per quanto riguarda gli obblighi di divieto di distruzione dell’invenduto, il passaporto digitale dei prodotti conclude –, la riciclabilità e l’aumento della durata della vita dei prodotti”.
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