Giochiamo sul filo del paradosso nel nuovo numero del mensile La Conceria. Vi invitiamo a “riciclarci” (una volta che avete letto i nostri articoli, of course…) partendo dalla consapevolezza che ormai il “rifiuto” ha cambiato status. Non è nemmeno più una risorsa. È diventato una commodity. Tutti a caccia di scarti per trasformarli in altro. Quello che la conceria fa dagli albori della civiltà umana. Conseguenza: sei un’industria supervirtuosa perché recuperi e nobiliti un rifiuto, ma tutti ti danno addosso per il tuo impatto ambientale, la tua impronta green e quant’altro. ecco, allora, la necessità di dare la parola alla scienza per fare un po’ di chiarezza.
Il paradosso del rifiuto e della pelle
“Emissioni di CO2 risparmiate. LCA da definire con precisione. Stima dell’impatto sulla deforestazione (e di quello del regolamento anti-Deforestazione sulle dinamiche commerciali). Ecco gli studi su concia, pelle e allevamento per chiarire dei dubbi e sfatare falsi miti”.
La parola alla scienza
Nell’ordine parliamo degli studi condotti da LHCA (Leather & Hide Council of America). Poi del lavoro sull’LCA messo a terra da SPIN360 che ha “ottenuto che Higg Materials Sustainability Index rivedesse il proprio dataset e, quindi, le proprie tabelle”. A seguire pubblichiamo una sintesi dell’analisi relativa alla deforestazione realizzata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Chiudiamo con una prima presentazione dello studio firmato da Giuseppe Pulina e Mondina Lunesu di UNISS (Università degli Studi di Sassari). “Presentata il 2 ottobre scorso ad Arzignano, nel corso dell’evento intitolato “CO2 e deforestazione: due questioni ancora aperte per la concia”, l’analisi ha colto nel segno nell’evidenziare – una volta di più – come il calcolo delle emissioni di CO2 a carico degli allevamenti bovini sconti una cronica mancanza di correttezza”.
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