La circolarità assoluta di SICIT, “il tempio dell’innovazione”

La circolarità assoluta di SICIT, “il tempio dell’innovazione”

“Solo 30 anni fa tutto questo era fantascienza”, dice il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Ora, invece, la circolarità assoluta dell’industria conciaria è una realtà che porta un nome preciso e che rappresenta una realtà d’avanguardia: SICIT (società controllata da Intesa Holding e NB Renaissance). Zaia, venerdì scorso (26 novembre 2021) ha tagliato il nastro dei nuovi laboratori della società vicentina specializzata nel recupero dei residui conciari e nella loro trasformazione in biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. Una cerimonia coincisa con la notizia dell’investimento di SICIT nel mercato cinese.

La circolarità assoluta di SICIT

“Questa azienda è un vero tempio dell’innovazione. Sembra di essere in un grande centro di ricerca americano dove operano professionalità elevatissime. Solo 30 anni fa era impensabile trasformare i residui di conceria in idrolizzati proteici. La concia ha iniziato a pensare alla transizione ecologica allora, mentre altri settori devono ancora farlo”. Zaia pronuncia queste parole dopo aver visitato i nuovi laboratori di SICIT (foto a destra e in basso a sinistra) e aver toccato con mano il livello strategico di una ricerca sistematica e di altissimo profilo che concretizza il senso della circolarità assoluta dell’industria conciaria. Un livello che, come annuncia il CEO Massimo Neresini, sta permettendo a SICIT di “puntare a chiudere il 2021 con oltre 75 milioni di fatturato grazie alle performance positive dei biostimolanti e del biofuel”. Nel 2020 i ricavi avevano raggiunto quota 63,2 milioni di euro. “Il nostro unico indirizzo è prendere il collagene dell’industria conciaria. Purificarlo il più possibile e ottenere un idrolizzato proteico utilizzato come biostimolante in agricoltura. In momenti di problemi causati dai cambiamenti climatici i nostri prodotti sono sempre più importanti per le coltivazioni e sappiamo che l’agricoltura salverà il mondo. Facciamo un grande lavoro grazie alle concerie che ci hanno dato fiducia”.

 

 

Accordo cinese

L’inaugurazione dei nuovi laboratori di Arzignano è coincisa con l’annuncio di “un importante accordo per la realizzazione di un nuovo impianto produttivo nella regione di Tianjin”, in Cina. SICIT l’ha siglato con Tianjin Port Free Trade Zone Administrative Committee e con il partner cinese Jiegao Technology. “Il nuovo stabilimento – si legge in una nota -, sorgerà in un’area urbana distante meno di 200 chilometri da Pechino”. Ed “è finalizzato esclusivamente alla produzione di prodotti finiti per servire direttamente i clienti cinesi. L’investimento è di circa 10 milioni di euro”. “In questo modo portiamo in Cina i nostri prodotti, non le nostre tecnologie, che rimangono qui”, commenta Fabio Canè, senior partner della società di private equity NB Renaissance. Il suo riferimento è alla proposta d’acquisto, non andata a buon fine, della scorsa estate da parte di Syngenta, gruppo svizzero di proprietà cinese.

Nella foto in alto a sinistra il taglio del nastro dei nuovi laboratori SICIT. Da sinistra: Alessia Bevilacqua (sindaco di Arzignano), Valter Peretti (presidente SICIT), Massimo Neresini (CEO Sicit). Luca Zaia, Rino Mastrotto (Consigliere SICIT), Matteo Macilotti (sindaco di Chiampo)

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×