C’è una corrente d’opinione che vuole presentare la plastica riciclata come il futuro della sostenibilità. Ipotesi suggestiva, ma da maneggiare con cura. Perché dall’industria della moda e dal giornalismo investigativo si sollevano molti dubbi, sia sulle effettive proprietà green del materiale che sulla filiera di recupero. Dubbi che ci spingono a dire che l’azione più green è cambiare le pratiche da principio, preferendo i prodotti naturali, come la pelle, a quelli sintetici.
Chi boccia la plastica riciclata
In futuro non considereremo neanche più la plastica riciclata un materiale sostenibile. Sono le conclusioni cui giunge l’intervista a Eric Liedtke, ex dirigente del reparto marketing di Adidas, pubblicata sul numero 2/2023 del magazine tedesco Brand Eins. Secondo Liedtke (qui una sintesi in italiano dell’intervista) lo faremo per un motivo molto semplice. Materiali come il PET (polietilene tereftalato) sono indistruttibili: non scompaiono mai completamente, ma si decompongono in microplastiche fino a entrare nella catena alimentare e nel nostro flusso sanguigno e nei nostri polmoni. Le microplastiche sono “una macchina da guerra onnipresente”. Bisogna prenderne atto. Secondo Liedtke i marchi della moda girano intorno alla sostenibilità, abusando del termine senza entrare nel dettaglio di quali pratiche green adottino. Il suo parere è molto interessante, soprattutto alla luce del fatto che la sua ex azienda ha intere collezioni in plastica riciclata.
Neanche la filiera di recupero dà certezze
Ma neanche la filiera di recupero dà moltissime certezze. Un’inchiesta giornalistica di Reuters offre giusto il più recente spunto di riflessione a disposizione. La multinazionale della petrolchimica Dow e il governo di Singapore hanno lanciato un progetto di riciclo delle sneaker usate: le raccolgono per trasformarle nel fondo gommoso per piste d’atletica o campi di gioco. Ebbene, la redazione di Reuters ha donato 11 paia di scarpe al progetto. E, seguendone il percorso grazie a GPS inseriti di nascosto, hanno verificato che non si sono trasformate in pavimenti di palestre, ma sono finite nei mercatini delle pulci di Jakarta e dintorni.
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