La svolta veg di Apple è un bluff dalle gambe corte

La svolta veg di Apple è un bluff dalle gambe corte

Un bluff. E come spesso capita con i bluff, dalle gambe corte. Sono passate poche settimane dalla “svolta veg” di Apple. Che per velocizzare il raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica ha (tra le altre cose) eliminato la pelle dai materiali dei propri accessori. Una mossa più utile al marketing che all’efficientamento delle politiche industriali, come abbiamo detto sin dall’inizio. Una mossa che, ora, sta suscitando malumore tra gli stessi aficionados della multinazionale di Cupertino, che non gradiscono le nuove alternative “leather-free”.

Un bluff: ma ne è valsa la pena?

Apple, in concomitanza con l’annuncio della svolta veg, ha presentato FineWoven, il tessuto alternativo alla pelle che nell’estetica dovrebbe ricordare (così dicono) lo scamosciato. I feedback dei consumatori sono pessimi. Le recensioni, di testate specializzate come The Verge e di quotidiani generalisti come La Vanguardia, sono negative: il tessuto è bruttino, delicato per l’uso che se ne dovrebbe fare, nonché immotivatamente caro. Tutto il contrario di quanto ci si sarebbe aspettato. Ma non è solo un problema di merchandising e posizionamento del prodotto. Si era già rimproverato ad Apple di aver cercato nell’eliminazione della pelle una scorciatoia per millantare risultati in termini di sostenibilità, quando invece il suo modello produttivo pone questioni molto più complesse da risolvere. La notizia che la Francia è stata a un passo dal proibire la distribuzione di iPhone per il superamento dei livelli massimi di radiazioni (problema cui la casa madre ha ovviato con un aggiornamento del software) dà la misura di quali siano davvero i problemi primari del brand.

 

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Riconoscere gli errori

Nel 2021 Lego fu molto lieta di annunciare al mondo un progetto di fabbricazione dei mattoncini da plastica di riciclo. Oggi il progetto va in soffitta: il brand danese, dopo anni di investimenti e ricerca, ha appurato che produrre in plastica riciclata le comporta emissioni di CO2 maggiori rispetto alla produzione tradizionale. Sarebbe bello vedere più spesso in giro la stessa capacità di tornare sui propri passi. Elon Musk non si è mai preoccupato del fatto che ci sono aziende di aftermarket che montano pelle nelle Tesla che lui ostinatamente vende senza. Ci auguriamo che Apple non ne faccia una questione di orgoglio, ma sappia interpretare il malcontento dei suoi consumatori (e il fatto che Hermès continui a vendere in proprio accessori in pelle per i suoi dispositivi).

Foto da The Verge

 

 

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