Favoriscono i progetti di salvaguardia delle specie di coccodrillo e alligatore. Aiutano al contempo i progetti di tutela dei loro habitat naturali. Forniscono alle comunità locali una fonte di sostentamento. Ci sono almeno tre ragioni scientifiche per ritenere le borse in coccodrillo in tutto e per tutto sostenibili. Le spiega il report preparato dal Dipartimento di Sostenibilità di Boarini Milanesi, brand italiano della pelletteria di lusso. Per realizzare il documento, Boarini Milanesi si è affidato agli studi dell’IUCN, organizzazione che conta più di 17.000 scienziati e più di 1.400 organizzazioni membri, tra cui il WWF, il Global Nature Fund, la Wildlife Conservation Society (WCS) e il CNR.
Tre ragioni scientifiche
Innanzitutto la moda in pelle esotica aiuta i progetti di salvaguardia delle stesse specie che impiega, dicevamo. “Dal 1960 ad oggi, in Louisiana la popolazione di alligatori è passata da essere in pericolo di estinzione a contare 3-4 milioni di esemplari in natura – scrive Boarini Milanesi –. In Paesi come lo Sri Lanka, dove non sono in atto piani sull’uso sostenibile della specie, il coccodrillo Porosus è considerato severely depleted e si registrano distruzione di uova e habitat”. Habitat, appunto. Perché lo stesso schema che tutela le specie animali nella cornice del loro sfruttamento economico ne custodisce anche il territorio. “Le wetland, habitat naturale di coccodrilli e alligatori, sono l’ecosistema con la miglior capacità di immagazzinare carbonio – continua il report – e hanno la capacità di ridurre i danni causati da tsunami e inondazioni. Tuttavia sono distrutte ogni giorno per creare terreni agricoli o insediamenti turistici. I programmi di uso sostenibile dei coccodrilli incentivano le popolazioni a mantenere le wetland intatte e a ricrearle dove distrutte”. Alle stesse comunità locali, infine, la filiera garantisce una fonte di reddito (e quindi di gettito per l’Erario) strategica soprattutto nelle economie emergenti.
Checché ne dicano gli oppositori
Boarini Milanesi si è trovata a doversi difendere dalle accuse di “ipocrisia”. Perché? “Solo” perché ha promosso una campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento dei mari con una borsa in pietre preziose e pelle di alligatore del valore di 6 milioni di euro. Per certi ambientalisti a senso unico, non è così che si aiuta il pianeta. Eppure la realtà è più complessa degli slogan dei più radicali tra i green. “Compra una borsa di coccodrillo e ne salverai altri cinque” è l’aforisma di Daniel Natusch, biologo membro dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), citato nel report. “Per noi questi tre punti rappresentano l’inizio di una campagna di informazione – afferma Carolina Boarini, co-fondatore e CEO di Boarini Milanesi –, volta a smontare le fake news che influenzano l’opinione pubblica, mettendo a rischio questo delicato lavoro di salvaguardia”. “Non condividiamo la scelta di alcuni marchi del lusso di abbandonare l’uso delle pelli esotiche – aggiunge Matteo Rodolfo Milanesi, co-fondatore e CEO di Boarini Milanesi –. Per noi smettere di utilizzarle sarebbe solo una mera mossa di marketing per accalappiare un pubblico che ignora la realtà. Un grave errore che metterebbe a rischio la conservazione di queste specie e il benessere di intere comunità”.
Immagine tratta da boarini-milanesi.com
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