Nell’ultimo numero del mensile La Conceria, nello spazio che riserviamo alle nostre letture critiche, presentiamo un libro particolare. S’intitola “La Rivoluzione Comincia dal Tuo Armadio – Tutto quello che dovreste sapere sulla moda sostenibile” (Solferino Libri, 2020, 160 pagine). Autrici: Luisa Ciuni e Marina Spadafora. Il volume parte da una domanda: la riforma sostenibile della moda deve partire (solo) dai grandi player industriali o deve essere determinata dai consumatori? La risposta delle autrici cerca di essere il più divulgativa possibile. Ma nel caso della pelle, scivola in alcune opacità.
La Rivoluzione Comincia dal Tuo Armadio
L’analisi ruota intorno all’ipertrofia della fashion industry globale. Ma si snoda anche in relazione alle esternalità negative di un sistema che, nei segmenti del mass market ma anche nell’alto di gamma, a volte ha deposto i criteri della qualità a favore di quelli della quantità. E punta a definire (lo intuisce dal titolo) come fondamentale l’impegno del consumatore nell’innescare qualsiasi percorso e progetto sostenibile in ambito fashion.
Riconoscimenti e imprecisioni
Il “cambiamento sostenibile”, dicono le autrici, deve dunque iniziare dall’armadio del singolo cittadino. Anche per evitare che, su questi temi, abbiano l’ultima parola i marchi capaci di spendere di più in comunicazione. Ciuni e Spadafora riconoscono che, nel dibattito sulla moda e nelle istanze sociali che questo genera, qualcosa si sta già muovendo. Per esempio, scrivono che “in Italia UNIC – Concerie Italiane si è adeguata alle richieste di una moda sostenibile e responsabile sviluppando nuovi processi ed effettuando investimenti affinchè la realizzazione (…) italiana abbia impatti minimi sull’ambiente che ci circonda”. Però, poi tirano in ballo le vasche a cielo aperto di Fez (Marocco) a proposito dell’impatto olfattivo del processo di concia. Il che opacizza lo sguardo del lettore “generalista” nei confronti dell’eccellenza green dalla concia italiana. Così come non pare particolarmente adeguato leggere che “l’industria della concia è una delle più tossiche al mondo”. O che per la concia si fa ampio ricorso al “cromo, nota sostanza cancerogena”, confondendo (molto pericolosamente) cromo esavalente con trivalente. Imprecisioni che, in un libro che punta a chiarire le idee al consumatore, per renderlo più responsabile, ottengono l’effetto contrario.
Clicca qui
Per leggere nella sua interezza la nostra recensione a “La Rivoluzione Comincia dal Tuo Armadio – Tutto quello che dovreste sapere sulla moda sostenibile”, clicca qui. Potrai scoprire tutti gli altri contenuti del numero di giugno 2020 del mensile La Conceria.
Leggi anche: