Cinquecento tonnellate di rifiuti derivanti dalla fase umida della concia lavorati ogni giorno. 110.000 tonnellate nel 2018, a cui si aggiungono gli scarti prodotti da rasature e rifili. Anno dopo anno, SICIT 2000 di Arzignano incrementa la propria attività al punto che nel corso del 2019 si quoterà in borsa, passo decisivo annunciato poche settimane fa e ribadito giovedì mattina dall’amministratore delegato dell’azienda Massimo Neresini nel corso del workshop “La circolarità delle pelli italiane – Sostenibilità a 360°” svoltosi a Lineapelle. “Nel 2018 abbiamo registrato un fatturato di oltre 55 milioni di euro, generato per il 75% dall’export, con un EBITDA a 22,3 milioni” ha spiegato il manager, raccontando poi un percorso di crescita basato sull’investimento in ricerca green che ha condotto alla concentrazione di due impianti nell’idrolisi e oggi allo sviluppo di idrolizzati proteici, “dei veri e propri integratori per le piante, che come noi soffrono lo stress, legato magari a periodi di siccità o freddo intenso”. Un perfetto esempio di sostenibilità ed economia circolare, in grado di dare valore a uno scarto: attraverso un processo di idrolisi dei residui e dei rifiuti dell’industria conciaria, SICIT 2000 realizza un prodotto ad alto valore aggiunto destinato sia all’utilizzo in agricoltura che nell’industria del gesso (ritardanti). (art)