Londra contro le pelli esotiche e l’idea ridicola di sostenibilità

Londra contro le pelli esotiche e l’idea ridicola di sostenibilità

Se non fosse vero sembrerebbe una barzelletta. Invece a fine anno il British Fashion Council ha deciso di bandire le pelli esotiche dalla London Fashion Week a partire dal 2025, dopo che nel 2018 aveva proibito i capi in pelliccia. Un passo che segue l’esempio di altre città, da Copenhagen a Stoccolma. Ma a differenza di queste capitali della moda ancora minori – ci perdoneranno – Londra ha ancora un peso rilevante nel settore, e il divieto rischia di avere conseguenze molto più ampie in nome di una vorticante corsa a chi è più cruelty free. Senza considerare che la pelliccia è tornata un must. Chi ci dice che non succederà lo stesso con le pelli esotiche? Abbiamo analizzato il tema sul numero di febbraio del nostro mensile, nell’approfondimento “Questa sarebbe sostenibilità? Il colpo basso da Londra”.

 

Ma chi ci crede?

Sappiamo bene che le svolte etiche nel fashion system sono spesso influenzate da strategie di visibilità di marchi che rinunciano a certi materiali perché non riescono a controllarne la filiera. Tuttavia se è una capitale della moda come Londra a dirlo, la cosa si fa seria. Dopo il bando le reazioni dei tecnici non si sono fatte attendere. Mentre LVMH e Richemont sono stati più morbidi spiegando che è possibile allestire supply chain di qualità e certificate dagli allevamenti alla conceria, i conservazionisti si sono irritati. Gli scienziati di IUCN (International Union for the Conservation of Nature) hanno definito il bando “ridicolo” sottolineando come negli anni solo gli equilibrati programmi di sfruttamento hanno permesso di tutelare popolazioni di animali che altrimenti sarebbero considerate invasive.

 

 

La realtà è diversa

È invece una questione di percezione. Negli anni le pelli esotiche non hanno perso lo status di materiali nobili, ma un conto è quello che percepisce il consumatore, un altro sono i volumi di vendita ormai fortemente influenzati dal clima rovente. Senza parlare di quelle associazioni vegane che continuano a soffiare su un animalismo oltranzista e irragionevole. Con gli operatori della filiera che hanno subito il colpo di anni di campagne denigratorie. Ma la storia si ripete. La tanto vituperata pelliccia della nonna, per esempio, è tornata nei guardaroba di giovani che via TikTok l’hanno rilanciata. Insomma: chi dice che non succederà anche con le pelli esotiche?

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