Medio Chiampo nel segno della continuità. Nel corso della seduta del 14 maggio l’assemblea dei soci approva il bilancio di esercizio: che è complesso, come è stato il 2020, ma che comunque apre prospettive interessanti. Nell’anno registra una riduzione del 13% dei metri cubi di reflui industriali in ingresso, ma anche investimenti superiori a quelli del 2019. La società che gestisce il servizio idrico integrato dei comuni di Montebello Vicentino, Zermeghedo e Gambellara nomina, inoltre, il nuovo consiglio di amministrazione: i soci confermano Giuseppe Castaman alla guida del board. Per Medio Chiampo le notizie positive non finiscono qui: la Corte d’Appello di Venezia si pronuncia per l’assoluzione, in quanto alle accuse del 2006 “il fatto non sussiste”.
Medio Chiampo approva il bilancio
L’assemblea dei soci di Medio Chiampo conferma alla presidenza Giuseppe Castaman e alla vicepresidenza Lorenzo Altissimo. Confermati anche i consiglieri Monica Battistella e Antonio Gennarelli, mentre in sostituzione dell’uscente Laura Tasca nominano Bianca Maria Tasson. L’esercizio 2020, intanto, risente dell’emergenza pandemica con una riduzione del 13% dei metri cubi di reflui industriali in ingresso, a causa delle restrizioni imposte da marzo a luglio. Tuttavia, nel corso del 2020 la società ha investito complessivamente 5 milioni di euro, 2 milioni in più rispetto al 2019. L’attenzione della società si è rivolta alle infrastrutture legate alle reti e all’impianto di depurazione, nonché al potenziamento dell’organizzazione aziendale e del servizio alle utenze.
I nuovi obiettivi
“Abbiamo tre macro obiettivi sui quali vogliamo concentrarci nel prossimo triennio – commenta il presidente Giuseppe Castaman -. Il primo è un master plan delle reti, idriche e fognarie. Coniugherà studio e interventi all’interno di una programmazione funzionale alle esigenze del territorio, alla protezione della risorsa idrica e a un sempre miglior servizio ai cittadini. Il secondo obiettivo riguarda l’impianto di depurazione. In questi anni abbiamo investito molto in infrastrutture tecnologiche, raggiungendo ottime performance ambientali e di depurazione. Ora vogliamo rendere l’impianto sempre più smart, sfruttando le possibilità offerte dall’evoluzione digitale e dai sistemi di controllo integrato. Infine, il completamento del nostro master plan con il potenziamento dell’impianto di depurazione grazie alla realizzazione di due nuove vasche“.
Il verdetto
Dopo 15 anni di indagini e processi, la giuria stabilisce “che non c’è stata alcuna gestione illecita dei fanghi delle concerie: il fatto non sussiste”. La Corte d’Appello di Venezia ha annullato la sanzione civile da 500.000 euro inflitta a Medio Chiampo e assolto i sei imputati. La vicenda processuale è iniziata nel 2006 e ha conosciuto una condanna in primo grado. “Era una situazione contraddittoria – spiega a Il Giornale di Vicenza uno degli avvocati del collegio difensivo –, perché in seguito all’indagine sono stati svolti lavori di messa in sicurezza anche come indicati dalla procura della Repubblica”. “Lo stesso procuratore generale in aula – aggiunge un collega – ha affermato che la sentenza del tribunale di Venezia era indifendibile”. (art/rp)
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