Il paradosso è tutto qui. Nello stesso articolo New York Times prima sostiene che alle auto di lusso, impegnate nella transizione verso l’elettrico, servono interni sostenibili per definirsi green. Poi si inserisce la pelle tra i materiali inadeguati alla missione. NYT, insomma, dimostra di non sapere cosa sia la pelle. “Se sotto il cofano c’è un motore elettrico – chiede retoricamente –, ma l’abitacolo è rivestito in pelle e plastica, l’auto può considerarsi green?”. La risposta giusta è: Sì, certo che sì!
Non sapere cosa sia la pelle
Invece il quotidiano della Grande Mela, nel focus pubblicato il 9 giugno, lascia intendere che la pelle, insieme al legno, alla lana e alle più classiche alternative sintetiche, va considerata ormai come il residuo di un’epoca industriale passata, roba inadeguata alle sfide della modernità. Scorrendo il testo, si intende che NYT è affascinato dalle frontiere di ricerca dell’ingegneria dei materiali. Ma chi conosce come va il giro, salta sulla sedia quando legge che alle auto di lusso servono ora “materiali riciclati e sostenibili”, mentre “nella loro ricerca, i designer tengono in maggiore considerazione anche più semplici materiali come vetro, ceramica, canapa e carta”. E la “povera” pelle?
Siamo alle solite
Siamo alle solite: il redattore dimostra di non conoscere le caratteristiche del prodotto conciario e di confondere i principi di novità e utilità. La cornice ideologica porta a scartare la pelle solo perché, tra tante proposte di grido, risulta démodé in quanto tradizionale. Eppure la pelle ha già tutte le caratteristiche che l’auto green sta cercando. “È un materiale bio–based, risultato dell’upcycling di un sottoprodotto dell’industria zootecnica – twitta Steven Sothmann, presidente di LHCA, sigla che riunisce conciatori e trader USA –. Le alternative vegane sono poco più che plastica dopo il green washing”. “Di tutte le alternative alla pelle citate nell’articolo – aggiunge Gustavo Gonzalez-Quijano, segretario generale di Cotance, su LinkedIn –, nessuna è davvero sostenibile. Nessuna dura mantenendo le proprie caratteristiche estetiche, nessuna deriva da una risorsa rinnovabile, nessuna può essere riutilizzata alla fine del ciclo di vita dell’auto, nessuna è facilmente biodegradabile”.
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