Il 9 settembre ha conosciuto il via il Green Deal Leather, il “patto verde” per una concia europea “senza impatti avversi”. Cotance, la sigla che rappresenta a Bruxelles la concia comunitaria, e la piattaforma sindacale industriAll Europe hanno siglato l’intesa per il nuovo progetto di dialogo sociale. Sono 7 le associazioni nazionali della pelle coinvolte (UNIC in primis, ça va sans dire), a rappresentare l’80% delle imprese e degli addetti comunitari. Il termine dei lavori è calendarizzato per il 2024. Il primo incontro del comitato direttivo si terrà, invece, a Milano il 22 settembre.
Il progetto
I partner del progetto Green Deal Leather sono sette, dicevamo. Uno è UNIC – Concerie Italiane. Con lei ci sono anche FFTM (Francia), Acexpiel (Spagna) e APIC (Portogallo). Insieme a VDL (Germania), FV TBSL (Austria) e AHLI (Ungheria). A partire dal Green Deal Europeo arrivando alla strategia industriale comunitaria, a Bruxelles hanno identificato nella filiera tessile-pelle una priorità nel percorso verso un’UE più giusta dal punto di vista sociale, carbon neutral e dall’economia circolare. Con il progetto di dialogo sociale Cotance e industriAll intendono raccogliere dati e informazioni su due campi di studio: la sicurezza dei luoghi di lavoro e il carbon footprint della concia. Un modo per fornire strumenti di comprensione e, quindi, di perfezionamento della realtà. Per proteggere il capitale umano e sociale della concia. E creare nuove opportunità di lavoro.
Leggi anche:
- Cotance: cinque input per creare un modello di business circolare
- La pelle al centro della scena: UNIC in missione a Bruxelles
- Cotance a gran voce: la pelle non c’entra con la deforestazione