A conti fatti, meglio il rigenerato di fibra di cuoio dei materiali veg. Dr. Martens vuole investire in sostenibilità. E dopo test e analisi, è arrivato alla conclusione che più green delle ultime proposte alternative, per quanto ammantate di novità “bio-based”, è il caro vecchio materiale di riciclo realizzato “reimpastando” (scusate la semplificazione) gli scarti di lavorazione della concia.
Meglio dei materiali veg
È lo stesso CEO di Dr. Martens, Kenny Wilson (in foto), a spiegare con un intervento su Drapers come il brand è arrivato a queste conclusioni. “Vogliamo ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti, senza comprometterne però lo stile, la vestibilità, il comfort o la durata”, sono le sue parole. Dr. Martens ha sperimentato in passato “materiali riciclati o a base vegetale”, che però hanno mostrato un lato debole: sono “poco durevoli”. La bocciatura delle alternative vegane non è definitiva: l’azienda britannica continua a monitorare il mercato. Ma intanto per completare l’offerta con prodotti in linea con gli obiettivi di sostenibilità e al contempo gli standard di qualità dell’azienda che dirige, Wilson ha deciso infine di investire in Gen Phoenix, impresa britannica (già conosciuta col brand E-Leather) che produce rigenerato di fibra di cuoio.
Un punto a nostro favore
Sulla piazza del fashion system si affaccia una numerosa pletora di materiali alternativi. Li conosciamo: si danno tante arie di maggior sostenibilità rispetto alla pelle “perché bio-based”. Il pubblico rischia di essere confuso dalla loro propaganda. Per questo noi de La Conceria segnaliamo con costanza tutte le evidenze scientifiche (da ultima Ars Tinctoria, prima FILK) che smentiscono in maniera incontrovertibile i claim green di questi materiali. E riportiamo con puntualità i casi empirici che ci offre la cronaca (come il malcontento dei clienti Tesla). L’intervento di Wilson è di assoluto spessore. Perché viene da un giudice equanime: il manager di un brand che non ha interessi di parte (anzi). E perché dimostra che al momento le alternative non solo non sono all’altezza della pelle, ma neanche di un suo materiale di riciclo.
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