Cotance, la Confederazione delle Associazioni Nazionali della Concia, e industriAll, il sindacato europeo, alla scoperta del progetto greenLIFE. È in programma oggi a Bruxelles l’incontro, ospitato dalla Commissione Europea, della sezione Concia del Comitato sul dialogo sociale. L’industria europea della pelle nel dicembre 2015 ha firmato un manifesto che impegna tutti gli attori della filiera a imprimere una svolta nella direzione della sostenibilità alla concia, un’attività manifatturiera che, reimpiegando sottoprodotti delle attività agroindustriali, ha già nel suo DNA le caratteristiche dell’impresa da economia circolare. L’incontro di oggi a Bruxelles, dunque, è il contesto migliore per presentare i primi risultati di greenLIFE, il progetto per lo sviluppo di nuove tecnologie per la riduzione dell’impatto ambientale della filiera della concia. Il progetto, finanziato per circa la metà dalla Comunità Europea nell’ambito del programma LIFE e per la restante parte da privati, è promosso da 5 aziende del distretto vicentino: le concerie Dani e Gruppo Mastrotto, il gestore dei servizi di depurazione Acque del Chiampo, l’industria del settore chimico Ikem e quella per le biotecnologie e i mezzi tecnici per l’agricoltura Ilsa. Partito nel giugno 2014 e in via di conclusione il prossimo maggio, greenLIFE ha portato all’identificazione di sistemi di depilazione che potranno consentire un risparmio di acqua e prodotti chimici fino al 20%, alla valorizzazione di sottoprodotti in agricoltura e alla diminuzione consistente di rifiuto solido. Gli obiettivi del progetto, inoltre, prevedono l’individuazione di nuovi concianti naturali provenienti da polisaccaridi derivanti da risorse rinnovabili, il monitoraggio dell’impatto ambientale dei diversi sistemi di calcinaio e concia e lo studio dal titolo Life Cycle Assessment (LCA) per valutare l’impatto sulla depurazione delle acque in una prospettiva di ciclo di vita. (rp)
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