Pubblicato lo studio che svela la verità sulle alternative vegane

Pubblicato lo studio che svela la verità sulle alternative vegane

I produttori le chiamano “alternative vegane” e in sede commerciale le presentano come genericamente “bio-based”. Gli stessi produttori, però, offrono pochi elementi per comprendere la reale composizione degli stessi materiali. Non dicono chiaramente, insomma, quanto sia rilevante la matrice vegetale (e quindi in quale quella sintetica/plastica) dei tessuti che vendono come “super-sostenibili”. Risponde alla domanda la ricerca “Material Circularity: A Novel Method for Biobased Carbon Quantification of Leather, Artificial Leather, and Trendy Alternatives”. Lo studio è stato appena pubblicato su MDPI – Coating Journals, lo firmano accademici dell’Università di Firenze e ricercatori di CNR-INO e LENS, coordinati da Ars Tinctoria.

 

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La verità sulle alternative vegane

La ricerca è iniziata nel 2018, ha subito un fisiologico rallentamento nel 2020 a causa del Covid e ha accelerato appena si è alleviata la morsa della pandemia. Come ha avuto modo di anticipare negli ultimi mesi Gustavo Defeo, CEO di Ars Tinctoria, lo studio ha analizzato al radiocarbonio l’incidenza di carbonio biobased nei campioni di materiali (pelle, alternative sintetiche e sedicenti vegetali) per discernerne la composizione. Il range dei risultati, che corroborano da diversa prospettiva quelli cui giunse nel 2021 FILK Institute, riconosce che la naturalezza della pelle è superiore a quella delle presunte alternative green. Mentre le pelli conciate al vegetale, per menzionare i casi limite, presentano una quota di materiali biologici vicina al 100%, alcune delle alternative si fermano al 25%: vuol dire che per il 75% sono sintetiche.

Clicca qui per leggere lo studio

In foto, a destra, Gustavo Defeo con il team di ricerca

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