Nel 2030 il second hand varrà il 20% del fatturato di un brand di lusso sostenibile. I servizi di noleggio un ulteriore 10%. L’aumento delle vendite passerà anche dal valore economico creato dalla sostenibilità. E i prodotti, per questo, avranno una supply chain totalmente trasparente, materiali compresi. Sono i risultati de “LuxCo 2030: A Vision of Sustainable Luxury”, report di Bain & Company e Positive Luxury.
I cinque punti
Lo studio intende prefigurare come sarà un marchio di lusso, sostenibile e di successo, nel 2030. Bain e Positive Luxury hanno immaginato un brand virtuale (“LuxCo”) e lo hanno proiettato nel 2030. La sostenibilità sarà al centro della sua strategia, dicevamo. Ma oltre a puntare su prodotti più durevoli e di qualità, il brand deve adottare una filosofia in cinque punti. Quali? “Ridefinire lo scopo del marchio, svincolare la crescita dai volumi – elenca Bain –, rendere la filiera trasparente e tracciabile, massimizzare gli impegni ambientali e sociali, creare valore economico dalla sostenibilità”.
Nel 2030 il second hand
Quali strategie per crescere senza aumentare la produzione? Nel 2030 LuxCo può guadagnare più volte con lo stesso prodotto tramite la rivendita e il noleggio. La prima attività fornisce il 20% dei ricavi del marchio. Il margine di profitto su un singolo prodotto aumenta del 40%. Il noleggio rappresenta il 10% dei ricavi. Un prodotto affittato una ventina di volte genera un margine di profitto del 41%. Entrambe le attività hanno il vantaggio di ampliare la base della clientela con nuovi consumatori per i quali il marchio sarebbe stato altrimenti fuori portata.
La Gen Z
Il report immagina che quando Mina, un’ipotetica acquirente della Gen Z, visualizza un prodotto LuxCo online, può conoscerne l’origine dei componenti, nonché il luogo, la data di produzione, i dati sull’impatto ambientale e sociale. “Nel 2030 – si legge nel report – la catena di fornitura di LuxCo è più localizzata e si avvale di un ridotto numero di fornitori. Con questi il brand condivide l’obiettivo di migliorare i risultati ambientali e sociali. Produce in regioni che un tempo erano famose per l’expertise di un singolo prodotto (o di un singolo processo), e che sono diventate sinonimo di sostenibilità. Questa creazione di un ecosistema moderno è una fonte di resilienza per il marchio”. (mv)
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