L’ignoranza è una brutta bestia. Ingiustificabile, soprattutto, nel momento in cui a esibirla è un canale YouTube “specializzato” nel settore auto da oltre 6 milioni di follower. Si chiama Carwow e, parlando di interni auto, è crollato (volontariamente?) nella mistificazione vegana di ritenere la conceria responsabile della macellazione dei bovini. Un’ignoranza alla quale, a distanza, fa da contraltare l’intervento di UNIC – Concerie Italiane a Radio Capital. Parole precise che, per l’ennesima volta, mettono in chiaro l’utilità circolare del settore conciario e sottolineano l’eccellenza green della pelle italiana.
Troppi ignoranti parlano di pelle
Un breve passaggio, ma che fa rabbrividire. Siamo su YouTube, nel canale di Carwow, piattaforma digitale europea specializzata in “acquisto di auto nuove e usate da concessionari in franchising”. Una sorta di influencer a trazione commerciale del settore automotive seguito, su YouTube, da 6,4 milioni di utenti e, su Instagram, da oltre 900.000 follower. Lo scorso 26 ottobre ha postato la recensione video del nuovo modello Range Rover. Tutto bene fino a circa metà (attorno al minuto 5:50) quando Mat Watson (il recensore, ammette che “è stata migliorata la qualità della pelle degli interni ottenendone una simile all’arredamento di lusso”. Poi, però, arriva lo sfondone “Se non volete uccidere nessuna mucca potete avere un interno vegan friendly”. Parole che sembrano buttate lì quasi per caso e con noncuranza. Il che, fatto durante un video visualizzato (ad oggi) quasi 3 milioni di volte, dimostra tutta la pericolosità della mistificazione vegana di cui, nei giorni scorsi, Stella McCartney ha dato ennesimo e pessimo sfoggio.
UNIC spiega la pelle a Radio Capital
A proposito della stilista britannica e della necessità di spiegare la pelle per quello che (davvero) è, UNIC – Concerie Italiane è stata protagonista questa mattina di The Breakfast Club, format di Radio Capital condotto da Andrea Lucatello e Riccardo Quadrano. Un intervento quanto mai opportuno, per ribadire “il concetto che non si uccidono gli animali per la loro pelle – ha insistito il direttore di UNIC, Fulvia Bacchi -. La pelle è uno scarto della macellazione: se non esistessero le concerie, dovrebbe essere smaltita come rifiuto. La conceria recupera uno scarto e lo trasforma in un materiale ad alto valore aggiunto e di assoluta eccellenza, come nel caso della pelle italiana”.
Stop alle falsità
Un messaggio che pare essere stato assimilato dai conduttori di Radio Capital. “Quindi è indifferente per il destino di un animale che con la sua pelle si faccia una borsetta, perché quel destino non dipende dalla conceria”, è stata la loro sintesi. “Proprio così. Quello che ci dà fastidio – ha concluso Bacchi – è che si continuino a promuovere queste falsità contro la pelle, materiale naturale e organico che in Italia è prodotto secondo le più severe normative green e ha raggiunto livelli ineguagliati. Noi non abbiamo nulla contro i materiali alternativi, al punto che organizziamo una fiera, Lineapelle, che al suo interno li presenta. Nella sua ultima edizione gli abbiamo anche dedicato un’area (A New Point of Materials, ndr) perché riteniamo siano interessanti e sia sciocco non valutarli. Ma non si può continuare a dire falsità contro la pelle”.
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