Anagraficamente, è l’edizione della raggiunta maturità. Ieri UNIC – Concerie Italiane ha, infatti, presentato al pubblico (in modalità, necessariamente, digitale) il nuovo Report di Sostenibilità dell’industria conciaria nazionale. Documento che, per l’appunto, viene elaborato e diffuso da 18 anni. Documento che, in questa versione ulteriormente aggiornata, è disponibile al download. Tutta la sostenibilità della pelle italiana, dunque, si può approfondire cliccando qui.
Tutta la sostenibilità della pelle italiana
“Da 18 anni la conceria italiana – scrive UNIC – condivide con i propri stakeholder i risultati raggiunti nel campo della sostenibilità”. Ma, anche, “le attività messe in atto per monitorare e ridurre gli impatti ambientali di processo/prodotto, le iniziative volte a valorizzare e sostenere gli addetti e le comunità, i progetti per garantire impegno etico nelle dinamiche di filiera”. L’edizione 2020 riprende l’impostazione di quella precedente, costruita “attorno” agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. E la aggiorna orientandosi sulla lunghezza d’onda del Green Deal Europeo che si pone l’obiettivo di decarbonizzare l’area UE entro il 2050. Per riuscirci, l’industria conciaria è in pole position essendo un esempio di economia circolare che produce materiali durevoli e riutilizzabili.
Qualche risultato
Sotto il profilo della sostenibilità sociale, il report fotografa nel settore una quota del 21,5% di occupazione femminile, nonché un tasso di infortuni stabile su base annua, con un’incidenza del 25% di infortuni in itinere. Per quanto riguarda le performance ambientali, le elaborazioni UNIC ne confermano la continuità positiva. Per esempio, la produzione di rifiuti per metro quadro di pelle è passata da 1,75 chili dell’anno precedente a 1,65 chili rilevati dal report 2020. Il 75,4% di questi scarti, in ogni caso, è destinato al recupero.
Collaborazioni e animal welfare
Il Report di Sostenibilità 2020 racconta anche le iniziative UNIC (associazione che fa parte di Confindustria Moda) finalizzate allo sviluppo di strumenti che rendano la filiera tracciabile e sicura. Per esempio, il progetto Traceability of Sustainable Value Chains, sviluppato in collaborazione con UNECE (cooperazione economica ONU) e ITC. Ma anche il progetto DCF Leather, che coinvolge l’ente di certificazione ICEC e alcuni partner internazionali. Obiettivo: garantire la provenienza delle pelli da fonti non correlate ad aree deforestate: dopo il Brasile è in fase di ampliamento ad altre aree di approvvigionamento rilevanti per il settore. Intanto, proprio quest’anno, si è conclusa la collaborazione di UNIC con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano per “mappare le normative a proposito del welfare animale nei principali mercati di approvvigionamento dell’industria conciaria italiana”.
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