Il nuovo numero del nostro mensile, il primo del 2025, prende il via da quella che definiamo come “una scoperta”. Qualcosa che poi, alla fine, era già piuttosto chiaro a tutti, ma ora, alla luce dell’ennesima declinazione del concetto di sostenibilità, è diventato uno strumento di marketing. Questa “scoperta” riguarda una materia che l’industria conciaria conosce bene. Molto bene. Anche perché senza questa materia non esisterebbe. Il rifiuto.
Il nuovo numero del nostro mensile
Il nuovo numero del nostro mensile, ve lo spieghiamo così. “La scoperta del rifiuto come commodity è l’ultima frontiera della sostenibilità. Paradossale, visto che ci sono industrie (a noi ne viene in mente una, in particolare…) che nascono proprio raccogliendo, recuperando, trasformando gli scarti di qualcun altro. Siamo tutti, orgogliosamente, rifiuti e, per quanto ci riguarda, non è una novità”. Partiamo da qui per approfondire l’indirizzo e le prospettive di questa industria della “supercircolarità”, sperando che non sia solo l’ennesimo gioco del marketing green.
Il paradosso della pelle
Ecco, dunque, “iniziamo l’anno parlando di rifiuti. Perché l’economia circolare ormai è un mantra. Un’ossessione che, per assurdo, potrebbe arrivare a far produrre oggetti e materiali solo per poterli riciclare”. Assurdo, sì, ma tremendamente possibile in un mondo in cui sembra nuovo il comportamento di chi recupera e trasforma rifiuti e scarti. In un mondo in cui “la pelle se la gioca come uno straordinario paradosso. Chi più di lei può orgogliosamente, artigianalmente, industrialmente, definirsi come (forse, storicamente, il primo) un rifiuto trasformato in risorsa?”. Per questo, nel nuovo numero del nostro mensile, facciamo il punto anche sulle più recenti analisi dell’impronta ambientale della filiera.
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