Se “combattere la deforestazione è una priorità globale” – come ovvio che sia -, la verità è che la pelle non va considerata come un driver di questa problematica. Una verità più volte pronunciata, dimostrata e che è stata ribadita con forza ieri a Ginevra da UNIC – Concerie Italiane. Location: il Palais des Nations. Occasione: il Deforestation-Free Trade Dialogue organizzato da UNECE (United Nations Economic Commission for Europe), una delle 5 “regional commission” delle Nazioni Unite. Un organismo la cui mission è “favorire l’integrazione economica paneuropea”.
La pelle non è un driver della deforestazione
Ieri (13 novembre 2024) UNIC è stata protagonista del Deforestation-Free Trade Dialogue di UNECE, nel panel pomeridiano “Learning from current experiences by markets actors: possible challenges and solutions”. L’esperienza e la verità della pelle italiana in relazione all’applicazione del Regolamento EUDR sono state presentate e approfondite dal presidente Fabrizio Nuti (foto a destra) con un intervento che fin dal titolo metteva le cose in chiaro. Why leather is not a driver of deforestation: social and economic consequences”.
Tre punti chiave
Tre, in particolare, i punti chiave su cui si è focalizzato l’intervento di Nuti. Primo: dati alla mano, UNIC ha dimostrato che la pelle non è una causa della deforestazione. Secondo: EUDR è un boomerang molto pericoloso. Il motivo? Blindando di fatto la produzione conciaria europea, non impedisce che in Europa entrino prodotti realizzati con pelli che arrivano da aree deforestate. Terzo: va chiarita e aggiornata la lista dei Paesi ritenuti a rischio deforestazione, vista la sua attuale e non completa affidabilità.
Un’occasione importante
La presenza di UNIC al tavolo di UNECE – e davanti a un parterre di relatori e delegati provenienti da tutto il mondo – ha rappresentato un’importante occasione per dare visibilità e autorevolezza alla sua netta posizione nei confronti dell’EUDR. Una posizione condivisa da tutta la concia europea e da molte altre voci istituzionali che a livello internazionale hanno espresso pareri fortemente critici nei confronti di questo regolamento UE. Non tanto nel merito – condiviso da tutti -, quanto nelle sue modalità applicative.
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